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24/2/2009 (Archivio storico)

L’UNICEF invita il nuovo governo dello Zimbabwe a risolvere la grave crisi del sistema educativo


Lo Zimbabwe sta affrontando una delle peggiori crisi umanitarie degli ultimi tempi dovuta alla carestia, al mal governo, ad un’inflazione ai massimi livelli e ai mesi di tensioni politiche in seguito alle elezioni presidenziali di marzo. La crisi si è risolta con un governo di coalizione, di cui Morgan Tsvangirai è diventato Primo Ministro.

Il Segretario Generale Ban Ki-moon ha espresso particolare preoccupazione per la crisi umanitaria, data la recente epidemia di colera che ha colpito il Paese provocando circa 3.400 morti e 69.000 contagiati.

L’UNICEF, inoltre, ha esortato il Governo dello Zimbabwe ad inserire fra le sue priorità la crisi del sistema scolastico, che ha causato la chiusura della maggior parte delle scuole nelle zone rurali.

I bambini delle zone rurali vivono ai margini della società, molti sono orfani, e la loro sopravvivenza dipende in gran parte dagli aiuti umanitari. A questi bambini viene ora negato anche l’unico diritto fondamentale in grado di migliorare le loro prospettive di vita. I dati mostrano che il 94% delle scuole in queste zone restano chiuse.

La crisi del sistema scolastico, iniziata lo scorso anno, ha provocato una drastica riduzione del numero di insegnanti, facendone colare a picco la percentuale di presenze (dall’80% al 20%) e causando, al tempo stesso, un ritardo nella programmazione degli esami di fine anno. Quest’anno le scuole hanno aperto con due settimane di ritardo, i risultati degli esami non sono stati resi pubblici e l’insegnamento è ricominciato solo in alcune zone urbane, e soltanto per coloro che si potevano permettere di garantire un sussidio agli insegnanti e di pagare rette esorbitanti.

Il sistema scolastico dello Zimbabwe era un tempo uno dei migliori in Africa, ma ora, sull’orlo del collasso, sono subentrati una serie di problemi come la mancanza di finanziamenti che ha portato ad una riduzione delle buste paga degli insegnanti e all’impoverimento dei fondi scolastici.

L’UNICEF ha già provveduto a sostenere il Ministero dell’Educazione, dello Sport e della Cultura – sono stati stanziati 17 milioni di dollari negli ultimi due anni – per la ristrutturazione delle aule scolastiche, il finanziamento a sostegno delle tasse scolastiche per più di 100.000 bambini, libri di testo, materiale per l’apprendimento e servizi sanitari nelle scuole delle zone rurali, ma rimane fondamentale il ruolo degli insegnanti, ed è pertanto necessario riuscire a riportarli nelle aule.


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Aggiornato il

16/7/2009