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6/4/2012
Il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, 2010
© UN photo

Myanmar: storica elezione di Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia e Premio Nobel per la Pace

La pacifista birmana Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia (National League for Democracy – NLD), è risultata vincitrice alle ultime elezioni tenutesi in Myanmar domenica 1° aprile, con una vittoria netta nel collegio dove si era candidata.

Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace nel 1991, era stata rilasciata il 13 novembre 2010, ad una settimana dalle prime elezioni organizzate nel Paese in vent'anni, alle quali Aung San Su Kyi non era stata ammessa, dopo aver passato gli ultimi 7 anni agli arresti domiciliari (e 15 degli ultimi 20 anni in regime di detenzione) a causa della sua lotta per la libertà e la democrazia in Myanmar.

Qualche giorno prima delle elezioni del 1° aprile, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar, Tomás Ojea Quintana, aveva definito queste elezioni "un momento cruciale nella storia del Paese e un importante test per verificare i progressi compiuti dal governo nell'attuazione delle riforme democratiche. La credibilità del voto non sarà determinata esclusivamente dagli scrutini elettorali, ma anche da ciò che avverrà nel periodo post-elettorale".

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban-Ki Moon, in un messaggio rilasciato in occasione della diffusione dei risultati elettorali, si è congratulato con il popolo e il governo birmano per il modo "pacifico e ordinato" con cui si sono svolte le elezioni. Il Segretario Generale ha accolto con entusiasmo la partecipazione della Lega Nazionale per la Democrazia e degli altri partiti politici alle elezioni, definendola un significativo passo avanti in vista di un futuro migliore in Myanmar. Ban-Ki Moon ha inoltre invitato il governo e tutte le forze politiche a collaborare per consolidare definitivamente le conquiste democratiche raggiunte con queste cruciali elezioni nel Paese, e a raddoppiare gli sforzi per una riconciliazione nazionale di lungo termine e per una pace duratura.