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29/3/2021
© UNICEF/Preena Shrestha/UNICEF/Preena Shrestha

Nazioni Unite: l’ageismo è una sfida globale

In un nuovo rapporto, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali (DESA) e l’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR), hanno avvertito che le istituzioni chiave - salute, sistemi sociali e legali - sono influenzate dall'ageismo. Secondo il rapporto ogni seconda persona al mondo ha pregiudizi basati sull’età che portano a una peggiore salute fisica e mentale e a una qualità di vita ridotta per le persone anziane, costando alle società miliardi di dollari ogni anno.

La risposta al controllo della pandemia COVID-19 ha rivelato quanto sia diffuso l'ageismo: gli anziani e i giovani sono stati stereotipati nel discorso pubblico e sui social media. In alcuni contesti, l'età è stata utilizzata come unico criterio per l'accesso alle cure mediche, alle terapie salvavita e per l'isolamento fisico. Una revisione sistematica nel 2020 ha mostrato che nell'85 per cento dei 149 studi, l'età determina chi ha ricevuto determinate procedure o trattamenti medici.

Sia gli adulti più anziani che quelli più giovani sono spesso svantaggiati sul posto di lavoro e l'accesso alla formazione specializzata e all'istruzione diminuisce significativamente con l'età. L'ageismo contro i giovani si manifesta in molte aree come l'occupazione, la salute, l'alloggio e la politica dove le voci dei giovani sono spesso negate o respinte.

L'ageismo ha gravi e vaste conseguenze per la salute e il benessere delle persone. Tra gli anziani, l'ageismo è associata a una salute fisica e mentale più povera, a un maggiore isolamento sociale e alla solitudine, a una maggiore insicurezza finanziaria, a una minore qualità della vita e a una morte prematura. Si stima che 6,3 milioni di casi di depressione a livello globale siano attribuibili all'ageismo. Si interseca e esacerba altre forme di pregiudizio e di svantaggio, comprese quelle legate al sesso, alla razza e alla disabilità, con un impatto negativo sulla salute e sul benessere delle persone.

Per combattere l'età, il rapporto ha evidenziato la necessità di politiche e leggi che affrontino l'età, attività educative che aumentino l'empatia e dissipino le idee sbagliate, e attività intergenerazionali che riducano i pregiudizi tutti aiutano a diminuire l'ageismo.

Tutti i paesi e le parti interessate sono incoraggiati ad utilizzare strategie basate su dati, a migliorare la raccolta di dati e la ricerca e a collaborare per costruire un movimento volto a cambiare il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo verso l'età e l'invecchiamento e a progredire nella collaborazione globale per il decennio dell’ageismo sano delle Nazioni Unite.