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28/7/2014
Cella di detenzione in una prigione di Port-au-Prince, Haiti
© UN Photo/Victoria Hazou

Nazioni Unite: pubblicate le conclusioni della visita in Italia del Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria

Il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha diffuso i risultati dei tre giorni di visita svoltasi i primi di luglio 2014 in Italia, esprimendosi in merito alla necessità per il Governo di mettere in atto soluzioni importanti che servano a porre fine all'eccessivo ricorso a pene detentive e che possano garantire la protezione dei diritti dei migranti.

Nonostante il plauso per le riforme introdotte in merito alla riduzione delle pene, al sovraffollamento delle carceri e all’utilizzo della detenzione preventiva, Mr. Andenas - Chair-Rapporteur del Gruppo di Lavoro - ha voluto sottolineare che non solo desta ancora preoccupazione l’elevato numero di detenuti in custodia cautelare ma anche la sproporzione nell’applicazione della misura preventiva in ragione delle origini straniere o rom - minori inclusi.

E’ stata comunque salutata con piacere l’abolizione dell’aggravante di “clandestinità” nell’ambito penale, nonchè gli sforzi compiuti dal Parlamento per l’abrogazione del crimine di “ingresso e soggiorno illegale”, notandosi d’altronde come quest'ultimo resti iscritto tra gli illeciti amministrativi.

Ulteriori richiami sono giunti in relazione alla durata della detenzione per i migranti - al momento di 18 mesi, ma si auspica una riduzione a 12 o 6 mesi - ed alle condizioni di detenzione all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE). La preoccupazione espressa in riferimento a casi di rimpatrio sommario, riguardanti anche minori non accompagnati e richiedenti asilo, è dovuta principalmente all’inadeguata o inesistente procedura di identificazione necessaria ai fini della determinazione dell’età degli individui, e alla mancata informazione rispetto ai diritti di cui gli stessi godono.

Non sono mancati poi riferimenti al regime detentivo 41bis, alla definitiva chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, al persistere dell’assenza del Garante Nazionale per i diritti dei detenuti - nonostante la ratifica del protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura - e della mancata introduzione del reato di tortura quale specifica fattispecie di reato.

Le indagini del Gruppo di Lavoro proseguiranno con l’obiettivo di valutare le misure che verranno decise per l’implementazione delle raccomandazioni necessarie a porre rimedio alle lacune del sistema giuridico penale, civile e amministrativo, nonchè all’applicazione delle misure anti-terrorismo e alla mancata presa di responsabilità per gli atti di violenza compiuti dalle forze di polizia. L’augurio espresso è che il lavoro del gruppo di esperti possa essere un contributo costruttivo per il miglioramento del sistema italiano tutto.

Aggiornato il

25/7/2014