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4/5/2020

Stato di diritto: la Commissione europea avvia una procedura di infrazione per salvaguardare l'indipendenza dei giudici in Polonia

In data 29 aprile 2020, la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione inviando una lettera di messa in mora alla Polonia in merito alla nuova legge sulla magistratura del 20 dicembre 2019, entrata in vigore il 14 febbraio 2020.

Dopo la decisione dell’8 aprile scorso in cui la Corte di giustizia dell’Unione europea aveva richiesto alla Polonia di sospendere le disposizioni previste dalla nuova riforma giudiziaria, la Commissione europea, dopo un'analisi della legislazione in questione, ha concluso che diversi elementi della nuova legge violano il diritto dell'UE. Più specificamente, la Commissione osserva che la nuova legge:

- amplia la nozione di reato disciplinare aumentando il numero di casi in cui il contenuto delle decisioni giudiziarie può essere qualificato come reato disciplinare. Di conseguenza, il regime disciplinare può essere utilizzato come sistema di controllo politico del contenuto delle decisioni giudiziarie. La nuova legge viola l'articolo 19, paragrafo 1, del trattato sull'Unione Europea letto in combinato con l'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, che stabilisce il diritto a un ricorso effettivo dinanzi a un tribunale indipendente e imparziale ed è quindi incompatibile con i requisiti di indipendenza giudiziaria stabiliti dalla Corte di giustizia dell'UE.

- garantisce alla nuova “Camera di controllo straordinario e agli affari pubblici della Corte suprema” la competenza esclusiva a pronunciarsi su questioni relative all'indipendenza giudiziaria. Ciò impedisce ai tribunali polacchi di adempiere al loro obbligo di applicare il diritto dell'UE o di richiedere una pronuncia pregiudiziale alla Corte di giustizia dell'UE. La nuova legge è incompatibile con il principio di primato del diritto dell'UE, con il funzionamento del meccanismo di pronuncia pregiudiziale e con i requisiti di indipendenza giudiziaria.

- impedisce ai tribunali polacchi di valutare, nel contesto delle cause pendenti dinanzi a loro, il potere di giudicare i casi da altri giudici. Ciò pregiudica l’effettiva applicazione del diritto dell'UE ed è incompatibile con il principio di primato del diritto dell'UE, il funzionamento del meccanismo di pronuncia pregiudiziale e i requisiti di indipendenza giudiziaria.

- introduce disposizioni che impongono ai giudici di divulgare informazioni specifiche sulle loro attività non professionali. Ciò è incompatibile con il diritto al rispetto della vita privata e il diritto alla protezione dei dati personali come garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE e dal regolamento generale sulla protezione dei dati.

Il governo polacco ha a disposizione due mesi, a partire da questa data, per rispondere alla lettera di messa in mora da parte della Commissione. Passati questi due mesi, nel caso in cui lo Stato membro non si adegui al parere motivato, la Commissione può presentare ricorso per inadempimento davanti alla Corte di Giustizia dell'UE (art. 258 TFUE).