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La pandemia ha costituito una grave minaccia per le prospettive di sradicare la povertà estrema entro la fine di questo decennio. Secondo i dati di UN Women e UNDP sintetizzati nel report “From insights to action: Gender equality in the wake of COVID-19”, entro il 2021 per ogni 110 uomini di età compresa tra 25 e 34 anni che vivono in condizioni di estrema povertà (con 1,90 dollari al giorno circa) ci saranno 118 donne e questo divario, secondo le statistiche, dovrebbe aumentare progressivamente. Le donne stanno subendo il peso della crisi COVID-19 poiché hanno maggiori probabilità di perdere la loro fonte di reddito e hanno meno probabilità di essere coperte da misure di protezione sociale.
Sebbene lo studio stimi che sia sufficiente solo lo 0,14% del PIL globale per portare il mondo fuori dalla povertà estrema entro il 2030, come previsto dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e 48 miliardi di dollari per colmare il divario di povertà di genere, in realtà il numero effettivo potrebbe essere molto più alto soprattutto se i governi non agiscono o procedono troppo tardi. Inoltre, anche l’aumento costante di altre disuguaglianze di genere avrà un impatto importante su tali cifre. È importante ricordare infatti come le donne siano impiegate in alcuni dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria, come l’alloggio, i servizi alimentari e il lavoro domestico e per questo siano più vulnerabili ai licenziamenti e alla perdita di mezzi di sussistenza.
È importante quindi che i governi si impegnino per formulare raccomandazioni adeguate riguardanti la segregazione professionale, le disparità retributive di genere e l’introduzione di pacchetti di sostegno economico affinché le donne non rimangano indietro a causa della pandemia COVID-19.
7/9/2020