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1/4/2023

UNESCO: pubblicato rapporto sull'educazione sessuale comprensiva a scuola, Italia tra le ultime nazioni in Europa

Il Global Education Monitoring dell’UNESCO ha pubblicato il nuovo rapporto “Comprehensive sexuality education (CSE) country profiles”, riguardante l’analisi delle politiche e attività di Educazione sessuale ‘comprensiva’ effettuata su 50 nazioni.

L’Educazione sessuale ‘comprensiva’ ha l’obiettivo di fornire un insegnamento trasversale e unitario incentrato sugli aspetti cognitivi, emozionali, fisici e sociali della sessualità, facendo leva sulle materie dei curricula scolastici e non come insegnamento a sé stante. È questa l’idea dell’UNESCO di una corretta educazione sessuale nelle scuole, interessata alla salute e al benessere dei giovani.

Le scelte che l’individuo si trova a compiere durante il proprio percorso di crescita coinvolgono la sfera fisica e psicologica; tuttavia, sono ancora molti i giovani che mancano delle basi per prendere questo tipo di decisioni. I dati dell’UNESCO mostrano come nella fascia d’età tra 15 e 19 anni ci siano ancora circa 10 milioni di gravidanze non desiderate, a cui si accompagnano complicazioni, le quali costituiscono la principale causa di morte nella stessa fascia d’età.

I dati ricavati dalle 50 nazioni analizzate, mettono in luce come solo il 20% dei paesi abbia una normativa sull’educazione sessuale e solo il 39% ha adottato iniziative specifiche al riguardo. Resta comunque obbligatoria nella scuola primaria nel 68% e nel 76% della secondaria. 8 paesi su 10 forniscono anche formazione in Educazione alla sessualità agli insegnanti. Dal rapporto emerge che l’Italia si colloca negli ultimi posti tra le nazioni europee, infatti l’Italia è uno degli ultimi Stati membri dell’Unione Europea in cui l’educazione sessuale non è obbligatoria a scuola.

L’UNESCO sottolinea l’importanza del diritto all’educazione affettiva e sessuale non solo in quanto diritto alla salute, ma anche al fine di realizzare il pieno rispetto dei diritti umani e favorire l’uguaglianza di genere, essendo parte degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.