Unione Europea: Rapporto sul Razzismo e l’esclusione dei migranti e delle minoranze nello sport
È disponibile online il Rapporto sul Razzismo e l’esclusione dei migranti e delle minoranze nello sport all’interno dell’Unione europea, pubblicato dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (European Union Agency for Fundamental Rights - FRA).
Il Rapporto, frutto di una ricerca comparativa di 27 studi condotti dai centri di ricerca della rete informativa europea sul razzismo e sulla xenofobia (Raxen) sulla situazione dei diritti umani dei migranti e delle minoranze nei Paesi europei, presenta i dati raccolti in merito alla presenza di forme di razzismo, di discriminazione e di esclusione in ambito sportivo.
In base a quanto contenuto nel Rapporto, in molti Paesi europei si sono verificati episodi di razzismo e di anti-semitismo, specialmente in ambito calcistico e del basket.
Oltre alle disposizioni generali contro le discriminazioni su base razziale ed etnica previste negli Stati dell’Unione, molti di essi hanno introdotto specifiche norme in ambito sportivo, anche grazie al contributo delle Istituzioni nazionali per i diritti umani che operano nei diversi Paesi. Degni di nota appaiono gli sforzi di molte federazioni calcistiche europee che hanno inserito all’interno dei loro regolamenti sportivi delle clausole anti-razziste, condannando altresì eventuali comportamenti discriminatori da parte dei tifosi. Tra le altre, la Union of European Football Association (UEFA), la Football Against Racism in Europe (FARE) e l’International Federation of Professional Footballers’ Association (FIFPro).
Il Rapporto evidenzia come le minoranze e i gruppi di migranti – con percentuali ancora più elevate se si fa riferimento a donne e minori - siano spesso sotto-rappresentati. Propone inoltre l’introduzione di una serie di misure, come le campagne di sensibilizzazione con la diretta partecipazione degli atleti, che potrebbero rivelarsi utili strumenti per la lotta contro le discriminazioni ed il razzismo.
Le istituzioni europee, in particolare il Parlamento Europeo e la Commissione Europea, sono invitati infine ad esplorare nuove opportunità per rafforzare il loro ruolo nella lotta contro il razzismo e le discriminazioni nello sport.