diritti umani

10 anni dopo, i lavoratori e le lavoratrici domestiche lottano ancora per l'uguaglianza e condizioni di lavoro dignitose

This photo is the result of a photographic competition organized by the International Labour Office New Delhi branch to promote decent work for domestic workers. Original caption by the author: Domestic workers are also workers: Around four thousand Dome
© Ouseph S. P. / ILO

Dieci anni dopo l'adozione di una Convenzione storica dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro (ILO) sui diritti dei lavoratori e lavoratrici domestiche, questi ancora lottano per essere riconosciuti come lavoratori ed operatori essenziali. La pandemia da COVID-19 non ha migliorato la situazione, stando al nuovo report dell'ILO.

Nei Paesi europei, la pandemia ha lasciato senza lavoro dal 5 al 20% dei lavoratori e lavoratrici domestiche, mentre nel continente americano i numeri si aggirano addirittura attorno al 25-50%. Per capire la gravità della situazione, nello stesso periodo le perdite in altri contesti di occupazione è stato del 15%, nella maggior parte dei Paesi. Guy Ryder, direttore generale dell'ILO, ha affermato che "la crisi ha reso evidente la necessità di regolarizzare il lavoro domestico, e di assicurare l'accesso a condizioni di lavoro dignitose, cominciando con l'estendere le leggi sul lavoro e la sicurezza sociale a tutti i lavoratori e le lavoratrici domestiche."

Sin dall'adozione della Convenzione sui Lavoratori Domestici del 2011 vi sono stati alcuni progressi, che hanno visto una diminuzione del 16% dei lavoratori domestici del tutto esclusi dal lavoro domestico regolamentato, sebbene ne rimanga tuttora escluso il 36%; questi dati sono indicativi di una situazione precaria che necessita un cambiamento, prima di tutto legale, in particolar modo nei Paesi dove le lacune giuridiche sono più forti, come in Asia, nel Pacifico e nei Paesi arabi.

La questione riguarda anche i diritti delle donne, dal momento che le lavoratrici domestiche contribuiscono per il 76,2% con 57,7 milioni di donne; i numeri variano a seconda delle regioni: in America Latina e nei Caraibi le donne contano per il 91% della forza lavoro domestica.

I lavoratori e le lavoratrici domestiche rimangono tra le fasce più vulnerabili dell'economia: ciò è dovuto, in parte, alla mancanza di tutele, dal momento che il lavoro domestico riguarda la sfera privata, a cui le autorità pubbliche hanno poco accesso, oltre che alla mancanza di rappresentanza politica. In conclusione, oltre ad individuare le vulnerabilità di questo settore, il report contiene anche una serie di misure per affrontare le problematicità presenti.

Per approfondimenti si rimanda al documento originale.

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