diritti umani

10 dicembre 2012: Messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Giornata internazionale dei diritti umani

Placca raffigurante il simbolo ufficiale delle Nazioni Unite costituito dalla proiezione stereografica polare del globo terrestre attorniata da due rami di alloro.
© UN Photo

Ogni anno, il 10 dicembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti umani per commemorare l'anniversario dell'adozione della Dichiarazione Universale dei diritti umani da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948.

L'istituzione formale di questa Giornata internazionale risale al 1950, quando l'Assemblea Generale ha adottato la risoluzione 423 (V), che invita tutti gli Stati e le organizzazioni interessate a celebrare annualmente questa data e ad impegnarsi in modo crescente in “questo campo del progresso umano”.

Da allora, la Giornata internazionale dei diritti umani rappresenta un'opportunità, anno dopo anno, per celebrare i diritti umani, sottlineare la rilevanza di un tema specifico e promuovere il pieno godimento dei diritti umani da parte di tutti e in ogni luogo.

Il tema della Giornata internazionale 2012 riguarda i diritti delle persone – donne, giovani, appartenenti a minoranze, persone con disabilità, persone indigene, persone povere e marginalizzate – a fare sentire la propria voce nella vita pubblica e ad essere incluse nelle decisioni politiche.

In occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale dei diritti umani 2012, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ha rilasciato il seguente messaggio.

Ognuno ha il diritto di essere ascoltato e contribuire a determinare l’assetto della comunità in cui vive. Si tratta di un diritto sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e pienamente integrato nel diritto internazionale, in particolare nell’articolo 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici.

E’ innegabile che durante lo scorso secolo siano stati fatti progressi lungo il cammino dell’inclusione.

Tuttavia troppi gruppi e individui sono ancora alle prese con troppi ostacoli. Le donne godono del diritto di voto pressoché ovunque, ma la loro rappresentanza resta del tutto minoritaria nei parlamenti nazionali e all’interno dei processi di pace, nelle posizioni governative di alto livello, nei consigli di amministrazione del mondo industriale, e in altre posizioni che contano nei processi decisionali. Le popolazioni indigene sono spesso confrontate da una discriminazione che nega loro l’opportunità di utilizzare appieno i loro diritti garantiti o manca di tener conto delle loro specifiche circostanze di vita. Alle minoranze religiose ed etniche, così come alle persone disabili o a quelle con opinioni politiche o orientamenti sessuali differenti è spesso precluso l’accesso a istituzioni e processi chiave in una società. Le istituzioni, il dibattito pubblico, devono poter rappresentare le società in tutta la loro diversità.

Più in generale, in diverse parti del mondo, con allarme abbiamo visto minacciate acquisizioni ottenute a caro prezzo nei processi di governo. Vi sono Paesi in cui gruppi della società civile sono ostacolati da pressioni e restrizioni crescenti. In altri casi, normativa specifica è stata introdotta a danno di organizzazioni della società civile, che rende il loro operato quasi impossibile. Fautori e sostenitori della democrazia hanno dovuto affrontare nuove misure restrittive. Tale arretramento dovrebbe allarmarci tutti.

Perfino in società che hanno buone credenziali sui diritti umani, esistono spazi di miglioramento. Non c’è alcuno Stato che sia riuscito a garantire ai propri cittadini piena partecipazione agli affari pubblici, compresi i diritti di elettorato attivo ad uffici pubblici e quello di uguale accesso ai servizi pubblici. L’applicazione di nuovi diritti o la rimozione di leggi ingiuste non sempre è sufficiente. Troppo spesso, infatti, la discriminazione continua nella pratica, creando barriere e resistenze mentali che può rivelarsi arduo superare.

L’esistenza di gruppi attivi della società civile è uno degli elementi cruciali ai fini del benessere e del funzionamento di qualunque nazione, e le Nazioni Unite deplorano le misure che vengono adottate per reprimerli. Questo è il motivo per cui, in occasione di questa Giornata, l’ONU mette in risalto il diritto di partecipazione e i diritti associati che lo rendono possibile – libertà di espressione e opinione, di associazione e di riunione pacifica.

Il diritto internazionale è chiaro. Chiunque tu sia, ovunque tu viva, la tua voce conta. In questa Giornata uniamoci dunque per difendere e far ascoltare i tuoi diritti.

(traduzione italiana a cura di UNRIC)

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