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10 dicembre - Messaggio dell'Alto Commissario per i diritti umani in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani

Navi Pillay, Alto Commmissario delle Nazioni Unite per i diritti umani
© UN Photo

L'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, ha rilasciato, in occasione delle celebrazioni per la giornata internazionale dei diritti umani che si celebra il 10 dicembre di ogni anno, il seguente messaggio, ponendo una particolare enfasi sul ruolo e l'importanza dei difensori dei diritti umani e delle loro lotte in tutto il mondo.

"Da quando le Nazioni Unite sono state istituite, oltre 60 anni fa, ci sono stati progressi radicali nel realizzare ed implementare un sistema dei diritti umani universali – diritti che

sono, ai sensi del diritto internazionale, applicabili ad ognuno di noi: anziani e giovani, uomini e donne, ricchi e poveri, chiunque noi siamo e da qualunque sia la nostra provenienza.

Conosciamo i nomi di alcune delle persone che hanno cambiato la storia dei diritti umani: quelli che sono stati alla testa delle lotte per abolire la schiavitù, come William Wilberforce; quelli che hanno messo in atto i maggiori avanzamenti nei diritti delle donne, come Gloria Steinem, Huda Shaarawi e Simone de Beauvoir. Conosciamo anche quelli che hanno contrastato l'ingiustizia del colonialismo, come Mahatma Gandhi, e quelli – come Martin Luther King, Nelson Mandela e Rigoberta Menchu – che hanno condotto campagne allo scopo di porre fine al razzismo e alla discriminazione istituzionalizzati contro le minoranze e le popolazioni indigene.

Ma queste figure ispiratrici potrebbero non aver fatto ciò che hanno fatto senza l'aiuto di molti altri di cui non conosciamo i nomi. Gli sforzi per porre termine alla schiavitù hanno attraversato mille anni e ancora continuano con adulti e bambini che sono resi oggetto di tratta per fini di sfruttamento sessuale e lavorativo. Dopo uno sforzo mastodontico, che è durato più di 150 anni, le donne hanno ottenuto il diritto di voto quasi ovunque, ma ancora non godono di molti altri diritti fondamentali.

Dobbiamo il progresso che abbiamo fatto agli sforzi enormi di centinaia di migliaia di eroi ampiamente non celebrati, conosciuti collettivamente come difensori dei diritti umani.

I difensori dei diritti umani provengono da ogni estrazione sociale, variando dalle principesse ai politici, dai professionisti come i giornalisti, gli insegnanti e i dottori, alle persone con un basso livello d'istruzione o prive di un titolo di studio formale. Non ci sono qualificazioni speciali. Tutto ciò che serve è impegno e coraggio.

Tutti possiamo essere difensori dei diritti umani e, considerando quanto siamo in debito con gli altri per i diritti che molti di noi ora danno per scontati, dovremmo essere tutti difensori dei diritti umani. Come minimo dovremmo fare il possibile per sostenere coloro i quali difendono i diritti umani. Ogni anno, migliaia di difensori dei diritti umani sono perseguitati, maltrattati, imprigionati ingiustamente e uccisi. Questa è la motivazione per cui la Giornata Internazionale dei diritti umani 2010 è dedicata ai Difensori dei Diritti Umani e alle loro coraggiose battaglie per fermare la discriminazione di ogni genere. Dobbiamo lottare per i loro diritti con la stessa forza con cui loro lottano per i nostri diritti.

Fra i difensori, alcuni sono imprigionati ingiustamente e diventano lo scopo delle iniziative internazionali al fine di conquistarne la libertà. Questa attenzione può offrire loro un certo livello di protezione fisica, anche se non fa sempre guadagnare loro una rapida liberazione. Ma la maggior parte di coloro che sono detenuti da parte di autorità repressive passano inosservati e si trovano per lo più abbandonati in prigioni, agli arresti domiciliari, in "centri rieducativi". Spesso anche le loro famiglie sono ugualmente prese di mira.

Alcuni di quelli che sono stati uccisi, come la giornalista russa Anna Politkovskaya, assassinata davanti al suo appartamento nel 2006, e Floribert Chebeya Bahizire, il difensore dei diritti umani congolese trovato morto nella sua auto all'inizio di quest'anno, vengono ricordati e rispettati. Ma molti dei difensori meno conosciuti che sono stati uccisi per il loro credere nei diritti umani rimangono sconosciuti al mondo intero.

Il lavoro dei difensori dei diritti umani oggi è più indispensabile di quanto non lo sia mai stato, poiché centinaia di milioni di individui soffrono ancora ogni giorno a causa di alcune forme di discriminazione, dirette o indirette.

La popolazione di indigeni stimata nel mondo è di 370 milioni di individui, una gran parte di essi affronta discriminazioni. Perfino in un mondo sviluppato, l'aspettativa di vita di alcuni gruppi di bambini indigeni nati oggi è fino a 20 anni di meno rispetto a quella dei bambini non indigeni.

Le minoranze subiscono analoghe disparità. In America Latina, ad esempio, alcune delle 150 milioni di persone discendenti dal continente africano tendono a rimanere intrappolate nella povertà ad un livello maggiore rispetto ad altri settori della popolazione. In modo analogo, delle 650 milioni di persone con disabilità stimate, più di due terzi (426 milioni) vivono sotto il livello di povertà nei paesi in via di sviluppo.

Le donne, metà della popolazione mondiale, in alcune società affrontano ancora discriminazioni incontrollate in alcune società, mentre in altre ne affrontano delle versioni più sottili. Una delle più allarmanti fra le molte statistiche deprimenti su questa tematica è che il 70% dei 70-100 milioni di bambini che non frequentano la scuola è costituito da bambine.

Circa 100 milioni di persone sono costrette ogni giorno a vivere in condizioni di povertà poiché devono pagare il servizio sanitario. In molti paesi, i bambini provenienti da ambienti poveri hanno 10 probabilità in meno di poter essere vaccinati rispetto a quelli i cui genitori sono più ricchi, le donne povere hanno fino a 20 volte in meno, rispetto al 20% costituito dalle donne più ricche, la probabilità di partorire alla presenza di un operatore sanitario qualificato in grado di salvare le loro vite.

La maggior parte dei 200 milioni di migranti in tutto il mondo, e fra questi in particolar modo gli irregolari e i privi di documento, affrontano razzismo, xenofobia e altre orribili forme di discriminazione, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.

Queste sono alcune delle sfide scoraggianti di oggi e di domani che devono fronteggiate i difensori dei diritti umani. Vorrei rendere onore alla loro determinazione disinteressata. Essi lavorano instancabilmente in tutte le situazioni sopra elencate, e in molte altre ancora, ad esempio l'orientamento sessuale e i diritti degli apolidi, le persone anziane e quelle affette da HIV.

Manca però un' importante statistica: non abbiamo idea di quanti difensori dei diritti umani ci siano, o quanti di essi siano minacciati, perseguitati, picchiati, imprigionati o uccisi ogni anno. Abbiamo anche fallito nello sviluppare metodi per misurare i loro successi, che spesso sono accreditati non a loro ma ai politici o ai governi che alla fine li hanno ascoltati o che hanno assecondato le loro pressioni. Dobbiamo lavorare meglio per difendere i nostri difensori.

Il ventunesimo secolo sta assistendo alla nascita di nuove forze economiche e politiche, che, come altre prima di esse, affronteranno la responsabilità di promuovere lo sviluppo in casa e all'estero essendo allo stesso tempo responsabili delle loro azioni. I difensori dei diritti umani giocheranno un ruolo cruciale in questo processo, evidenziando imperfezioni e benefici nelle politiche e nelle azioni correnti e future. Ma, nonostante i benefici che apportano alla società, in alcune parti del mondo hanno a che fare con molestie, persecuzioni e restrizioni sempre più crescenti nelle loro attività, soprattutto in quelle relative alla libertà di parola.

In questa Giornata Internazionale dei diritti umani, faccio appello ai governi affinché riconoscano che la critica non è un crimine e rilascino tutte quelle persone che sono imprigionate per aver esercitato pacificamente le loro libertà fondamentali nella difesa dei principi democratici e dei diritti umani".

Traduzione a cura del Centro diritti umani – Università di Padova

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