AHRI: Dichiarazione di Potsdam sulla relazione tra il Diritto internazionale umanitario e i diritti umani
Nei giorni 6 e 7 settembre 2019, presso l'Università di Potsdam, in Germania, si è tenuta la Conferenza annuale dell’Associazione degli Istituti per i Diritti Umani (AHRI). L’obiettivo della Conferenza è quello di promuovere una piattaforma internazionale di dialogo e di confronto, in cui i Centri e gli Istituti parti dell’AHRI, tra i quali figura il Centro di Ateneo per i Diritti Umani "Antonio Papisca", si incontrano per discutere sulle questioni attuali in materia di diritti umani e per coordinare e pianificare, attraverso seminari e lavori di gruppo, i prossimi lavori di ricerca. Quest'anno, durante la Conferenza, i 70 istituti che fanno parte dell'AHRI hanno adottato la seguente Dichiarazione sulla relazione tra il Diritto internazionale umanitario e i diritti umani.
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Incontrandoci all'Università di Potsdam in occasione della nostra conferenza annuale, noi, l’Associazione degli Istituti per i Diritti Umani (AHRI), riconosciamo l'importanza fondamentale sia del diritto internazionale umanitario sia del diritto internazionale dei diritti umani. Sebbene questi due rami del diritto internazionale abbiano origini storiche diverse, riteniamo il loro reciproco arricchimento e rafforzamento siano di beneficio per l'umanità nel suo insieme, specialmente in tempi di banalizzazione dei crimini di guerra e di altre forme di violenza di massa.
Nato a partire dalla metà del diciannovesimo secolo da antiche consuetudini, insegnamenti morali e dal lavoro di alcuni tra i giuristi più qualificati, il diritto internazionale umanitario mira a limitare la sofferenza umana legata ai conflitti armati. I suoi pilastri fondamentali rimangono tutt’oggi le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, di cui celebriamo il 70° anniversario nella sede altamente simbolica di Potsdam, e i suoi due protocolli aggiuntivi.
Il diritto internazionale dei diritti umani si è sviluppato dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, reagendo contro atti barbarici che hanno oltraggiato la coscienza del genere umano, al fine di proteggere la dignità umana e i diritti di tutti gli esseri umani oltre le situazioni di conflitto armato. Rimaniamo consapevoli della incomparabile rilevanza storica e contemporanea della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, di cui l’AHRI ha celebrato il settantesimo anniversario durante la conferenza di Edimburgo del 2018, e dei numerosi trattati internazionali che hanno codificato ed elaborato i suoi principi.
L'AHRI accoglie con favore e appoggia l’attuale accordo pressoché globale secondo cui il diritto internazionale dei diritti umani si applica anche in situazioni di conflitto armato internazionale e non internazionale. Il diritto dei diritti umani fornisce importanti protezioni laddove le norme del diritto internazionale umanitario sono incomplete o mancanti e può servire a orientare l'interpretazione del diritto internazionale umanitario al fine di aumentarne il grado di protezione. Allo stesso tempo, l’AHRI riconosce che, dato il suo fine diverso, l'applicazione del diritto internazionale umanitario può in determinate situazioni complicare la piena applicazione del diritto dei diritti umani. Chiediamo una riflessione più approfondita per affrontare tali sfide.
L’AHRI osserva con preoccupazione l'aumento globale del numero di conflitti violenti in varie parti del mondo. I conflitti armati degli ultimi due decenni hanno provocato centinaia di migliaia di vittime, milioni di rifugiati e sfollati interni, gravi danni alla proprietà pubblica e privata, perdita del patrimonio culturale mondiale, danni significativi all'ambiente e innumerevoli violazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani.
L'AHRI condanna fermamente le numerose violazioni del diritto internazionale umanitario che si sono verificate nei conflitti recenti ed è gravemente preoccupata per la natura flagrante di molte di queste violazioni. Più che mai, il diritto internazionale umanitario si trova di fronte a sfide relative all’attuazione che devono essere affrontate, anche attraverso meccanismi di rendicontazione e giurisdizionali internazionali e nazionali. L'AHRI sottolinea l'importanza di rafforzare il rispetto dei diritti umani internazionalmente riconosciuti e del diritto umanitario internazionale e invita le parti in un conflitto armato a garantire la piena attuazione delle norme stabilite nelle quattro Convenzioni di Ginevra e nei Protocolli addizionali del 1977.
Rileviamo con apprezzamento che gli organismi internazionali per i diritti umani, inclusi il Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite e le corti regionali per i diritti umani, tengono sempre più conto del diritto internazionale umanitario e ne promuovono gli obiettivi chiamando gli stati e i gruppi armati non statali a rispondere delle violazioni. Apprezziamo il lavoro delle corti e dei tribunali penali internazionali, e in particolare della Corte Penale Internazionale, non solo nel promuovere il diritto internazionale umanitario, ma anche nel combattere le peggiori forme di violazione dei diritti umani.
Oggi sia il diritto internazionale umanitario sia quello dei diritti umani sono sotto pressione. L'AHRI invita tutti i decisori politici e le parti interessate, compresi accademici e operatori, a continuare senza sosta ad avanzare nella loro missione e a potenziare il loro contributo al rafforzamento reciproco della protezione della dignità umana e delle vite umane.