Alcune recenti pronunce del Tribunale internazionale penale per la ex Jugoslavia
Il Tribunale Internazionale Penale per la Ex Jugoslavia (ICTY), ad oltre vent’anni dal conflitto, si è recentemente pronunziato in merito alla responsabilità penale di alcuni leader del movimento politico serbo bosniaco per i crimini commessi durante il conflitto balcanico. E’ stata riconosciuta infatti la responsabilità penale per i crimini commessi durante l’eccidio di Sbrenica a capo di Radovan Karadžić, ex presidente della Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina. Vojislav Šešelj, leader del movimento Radicale serbo, al contrario, è stato assolto per insufficienza di prove.
Il Tribunale Penale internazionale per la ex Jugoslavia, in data 24 marzo 2016, ha riconosciuto, nella persona di Radovan Karadžić, il responsabile per i crimini commessi durante l’assedio di Sbrenica durante il quale furono assassinati oltre 8000 civili. La sentenza, che condanna l’ex presidente a 40 anni di carcere, riconosce responsabilità penale per i capi d’accusa di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
In data 31 marzo 2016, lo stesso Tribunale ha emesso una seconda sentenza relativa al caso Vojislav Šešelj il quale, dopo dodici anni di carcere all’Aia, è stato prosciolto. Il leader del Partito Radicale Serbo è stato dichiarato non colpevole, per insufficienza di prove, per ogni capo d’accusa pendente a suo carico: crimini contro l’umanità (persecuzione, deportazione e trasferimento forzato) e crimini di guerra (omicidio, tortura e trattamento crudele, distruzione gratuita e insensata, distruzione o volontario danneggiamento a istituzioni con fini religiosi o educativi, saccheggio di proprietà pubblica e privata).