Algeria: proteste all'entrata in vigore della Carta per la pace e la riconciliazione


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E’ entra in vigore il 1° marzo 2006 la Carta per la pace e la riconciliazione nazionale, adottata con decreto presidenziale lo scorso 14 agosto 2005 e sul cui testo si è pronunciato favorevolmente anche il popolo algerino con il referendum del 29 novembre 2005.

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La Carta costituisce in sostanza una legge di amnistia generale a beneficio di tutte le persone coinvolte nel grave conflitto interno che ha insanguinato il Paese a partire dal 1992 e che costò la vita – secondo le stime governative, a circa 200.000 persone, determinando altresì la scomparsa di migliaia di uomini e donne e lo sfollamento di centinaia di famiglie. Nelle intenzioni del suo principale artefice – il Presidente Bouteflika – la Carta permetterebbe all’Algeria di fare definitivamente i conti con il suo passato recente, prevedendo – tra l’altro - l’estinzione dei provvedimenti contro gli ex-terroristi, l’erogazione di indennità finanziarie alle famiglie degli scomparsi nonché il divieto di iniziare procedure giudiziali contro membri delle forze di sicurezza attivi all’epoca. Il testo, inoltre, preannuncia la previsione per legge di sanzioni penali nei confronti di coloro che chercheranno di “strumentalizzare le ferite della tragedia nazionale”.

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Sulla palese inadeguatezza della Carta per la pace e la riconciliazione nazionale a garantire il “diritto alla verità” in particolare alle famiglie dei cittadini algerini soggetti negli anni ’90 a fenomeni di sparizioni forzate, si era già pronunciata la comunità internazionale non-governativa dei diritti umani. Nel recente comunicato della Fédération des ligues des droits de l’homme, l’adozione della Carta equivale ad un vero e proprio colpo di spugna che impedisce la ricerca delle responsabilità individuali ed in particolare la criminalizzazione di membri delle forze di polizia e dell’esercito resisi colpevoli all’epoca di gravi violazioni dei diritti umani.

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Secondo quanto riportato la settimana scorsa dal quotidiano Le Monde, sono in corso una serie di manifestazioni di protesta non violente con la partecipazione di rappresentanti della società civile algerina.