diritti umani

Ban Ki-moon: il messaggio per un mondo mine-free

Un Operatore del TDI - The Development Initiative - testa un localizzatore magnetico di mine anti-uomo
© UN Photo

Dal 23 al 27 giugno 2014, Maputo (Mozambico) è stata la sede della Terza Conferenza di Revisione sulla Convenzione sul divieto di impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine anti-persona e sulla loro distruzione.

Durante l’evento, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha colto l’occasione per richiamare l’attenzione sulla necessità di accelerare gli sforzi volti a liberare il mondo dalla presenza di mine anti-uomo, reiterando gli impegni assunti non solo dalle Nazioni Unite ma anche l’importanza di dare seguito fedelmente al Trattato globale in questione.

Nel messaggio, consegnato dall’Alto Rappresentante per il Disarmo, Angela Kane, Ban Ki-moon ha voluto porre l’accento su alcuni aspetti particolarmente problematici: alcuni dei Paesi con la più alta riserva di mine anti-uomo al mondo, restano ancora fuori dalla Convenzione; intensificare gli sforzi per lo smantellamento delle aree disseminate di esplosivi anti-uomo e la distruzione delle riserve è ancora una necessità cui non si è dato seguito entro le tempistiche definite dagli accordi internazionalmente assunti; occorre che gli Stati rinnovino il proprio impegno ad agire, nonchè a finanziare attività, perchè quanti sopravvivono ad impatti con gli ordigni in questione possano godere dell’intera gamma dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Restano comunque degni di plauso i risultati raggiunti dal Primo meeting degli Stati parte del trattato (2009), se si considera che le Nazioni Unite hanno potuto dare supporto a più di 50 Stati interessati a partecipare alla battaglia contro le mine anti-persona nonchè a sostenere l’universalizzazione della Convenzione.

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