Consiglio d’Europa - 60° anniversario della Convenzione Europea dei diritti umani
Il 4 novembre 2010 si celebra il 60° anniversario dell’adozione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), fonte del “sistema regionale europeo” dei diritti umani. La Convenzione è stata infatti adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 4 novembre 1950, ed è entrata in vigore il 3 settembre 1953.
Se dal punto di vista del contenuto la CEDU non apporta innovazioni significative rispetto alla Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite del 1948, riproducendo in circa 15 articoli i diritti di natura civile e politica già proclamati nella Dichiarazione, il vero elemento rivoluzionario riguarda l’introduzione di un meccanismo di controllo giurisdizionale sopranazionale, affidato alla Corte europea dei diritti umani, con sede a Strasburgo, alla quale possono ricorrere non solo gli Stati, ma anche le singole persone che lamentano violazioni dei diritti garantiti nella Convenzione da parte degli Stati firmatari.
La Convenzione è stata arricchita, nel corso degli ultimi 60 anni, dall’adozione di 14 Protocolli, alcuni dei quali hanno aggiunto la garanzia di nuovi diritti (la disposizione più emblematica è probabilmente l’abolizione della pena di morte in Europa); altri hanno modificato la struttura degli organi incaricati di monitorare l’applicazione della Convenzione e le procedure da seguire per assicurare una maggiore efficacia nella protezione dei diritti e delle libertà in essa sanciti.
La ratifica della Convenzione rappresenta, oggi, una conditio sine qua non per l’appartenenza al Consiglio d’Europa: tutti i 47 Stati membri dell’Organizzazione, infatti, sono anche parti contraenti della CEDU.
Il 60° anniversario giunge, inoltre, nel pieno delle negoziazioni per l’adesione dell’Unione Europea alla Convenzione europea dei diritti umani. Tale adesione è richiesta dall’articolo 6 del Trattato di Lisbona, ed è prevista dall’articolo 59 della CEDU, come modificata dal Protocollo n. 14. Da parte UE, il 17 marzo 2010 la Commissione ha proposto delle direttive di negoziato in vista dell’adesione dell’UE alla CEDU; il 4 giugno, inoltre, i Ministri della Giustizia hanno dato alla Commissione il mandato di condurre i negoziati a loro nome. Per quel che riguarda il Consiglio d’Europa, il 26 maggio 2010 il Comitato dei Ministri ha conferito un mandato ad hoc al suo Comitato direttivo per i diritti umani per elaborare con l’UE lo strumento giuridico richiesto in vista dell’adesione dell’UE alla CEDU.
Tale adesione porrà l’Unione europea sullo stesso piano dei suoi Stati membri per quanto riguarda il sistema di tutela dei diritti fondamentali, su cui vigila la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, diventando il 48° firmatario della CEDU. L’adesione offrirà altresì una nuova possibilità di ricorso ai singoli individui che – una volta esaurite tutte le vie di ricorso nazionali – potranno adire la Corte europea dei diritti umani in caso di presunte violazioni dei diritti fondamentali da parte dell’UE. Con l’adesione, infine, l’Unione Europea e potrebbe designare un proprio giudice alla Corte europea di Strasburgo, e potrà essere ascoltata nei casi esaminati dalla Corte.
Per celebrare la ricorrenza il 3 novembre si terrà a Roma, presso Palazzo Barberini, un Convegno internazionale dal titolo Storia ed attualità della Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali nel 60° anniversario della firma.
L'iniziativa celebrerà l'avvenimento sottolineando l'importanza dello storico trattato, firmato il 4 novembre 1950 proprio a Palazzo Barberini, e dei preziosi strumenti in esso contenuti, primo fra tutti la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.
La Conferenza, a cui parteciperanno rappresentanti istituzionali ed esperti internazionali in materia di diritti umani, è organizzata con la collaborazione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e dell'Università la Sapienza di Roma.