Consiglio d'Europa: il Commissario per i diritti umani presenta il rapporto annuale sull'attività svolta nel 2012
Il 25 aprile 2013, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muižnieks (in carica da aprile 2012), ha presentato il suo primo rapporto annuale sulle attività svolte nel corso del 2012.
In occasione della conferenza stampa di presentazione del rapporto, il Commissario ha affermato che la situazione dei diritti umani che ha potuto osservare nel corso della sua attività di monitoraggio e dialogo nell'anno in esame è particolarmente preoccupante. Tra le questioni che destano principale preoccupazione a livello europeo: le persistenti forme di razzismo, discriminazione e omofobia, il trattamento dei migranti, le restrizioni alla libertà d'espressione e l'inefficacia dei sistemi giudiziari nazionali.
Alla sommità di questi problemi, secondo l'analisi del Commissario, le misure per l'austerità hanno contributo a minare alla base quanto complessivamente acquisito in materia di diritti economici e sociali a partire dal primo dopoguerra. Tuttavia, anche i diritti civili e politici sono stati colpiti da questa situazione regressiva, in particolare con riferimento all'accesso alla giustizia, alle condizioni detentive e alle relazioni tra la polizia e le popolazioni. In alcuni Paesi, tagli al bilancio hanno causato l'indebolimento delle principali strutture per la promozione e la protezione dei diritti umani.
Le minoranze, e in modo particolare le comunità rom e sinte, sono sempre più obiettivo di discriminazione, razzismo e intolleranza. Preoccupa molto, inoltre, l'ampia diffusione di forme di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.
La situazione di migranti, rifugiati e richiedenti asilio in Europa è resa particolarmente difficile da politiche pubbliche e comportamenti guidati da preoccupazioni legate alla sicurezza, che portano all'esclusione di principi umanitari.
I diritti dei bambini sono un'altra area di particolare criticità. Il Commissario sottolinea l'incremento del numero di minori che vivono in situazione di povertà e i correlati rischi di ripresa del lavoro minorile. In molti Paesi, i bambini nascono e crescono apolidi e privi di diritti. Gli sgomberi degli insediamenti rom, inoltre, hanno un effetto particolarmente duro sui minori dal momento che interrompono il loro percorso educativo nonché i legami di amicizia, causando traumi.
Con riferimento alle persone con disabilità, le loro condizioni di vita sono considerate generalmente insoddisfacenti. Migliaia di persone con disabilità sono tenute recluse in vecchi istituti; la segregazione scolastica colpisce ancora molti bambini con disabilità e rimane ampia e diffusa la discriminazione nel mercato del lavoro.
Anche lo stato della libertà di espressione desta molta preoccupazione, dal momento che, in alcuni Paesi europei, giornalisti e difensori dei diritti umani possono pagare con la vita o con il carcere la loro attività. In molti Paesi membri del Consiglio d'Europa, inoltre, esistono ancora leggi che criminalizzano la diffamazione e sta prendendo piede un controllo eccessivo di internet.
Infine, le disfunzioni di alcuni sistemi giudiziari nazionali e la lenta e problematica esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo minano seriamente alla base lo stato di diritto in tutta Europa.