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Consiglio d’Europa: in aumento i casi di inadempimento delle sentenze della Corte europea dei diritti umani

Logo istituzionale del Consiglio d'Europa, istituito il 5 maggio 1949. Il Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo (Francia), raggruppa oggi 47 Stati membri del continente europeo
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Il 23 agosto 2016 il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks, ha pubblicato uno Human rights comment dove esprime preoccupazione per l’aumento dei casi di mancata esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti umani e per i crescenti attacchi all’autorità di questa. Secondo il Rapporto 2015 del Consiglio dei Ministri sull’esecuzione delle sentenze della Corte, inoltre, la percentuale di casi non conclusi entro i cinque anni dal loro avvio rappresentava il 55% del totale al termine dell’anno di riferimento, in netto aumento rispetto al 20% del 2011.

Il Commissario per i diritti umani osserva che l’inadempienza costituisce un attacco all’autorità della Corte europea dei diritti umani e richiama l’articolo 26 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati ai sensi del quale ogni stato ha l’obbligo di dare attuazione ai trattati di cui è parte. Secondo il Commissario, è inoltre preoccupante la crescente quantità di attacchi diretti all’autorità della Corte. In particolare, la possibilità espressa dai partiti UDC in Svizzera e Conservatore nel Regno Unito di denunciare la Convenzione europea dei diritti umani sulla base di questioni di sovranità desta appresione.

Lo Human rights comment si conclude rinviando al rapporto dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che esemplifica situazioni in cui le sentenze della Corte europea dei diritti umani hanno prodotto avanzamenti nella protezione dei diritti umani in ognuno dei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa.

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