Consiglio d’Europa: in vigore la Convenzione contro il traffico di organi umani
“L’abietto traffico di organi umani provoca gravi violazioni dei diritti umani, che dobbiamo prevenire e combattere vigorosamente. Tali reati sono spesso commessi da gruppi criminali organizzati ed hanno una dimensione multinazionale. I governi devono agire in modo tempestivo e cooperare efficacemente, utilizzando il quadro giuridico offerto dalla convenzione”, ha affermato Thorbjørn Jagland, il Segretario generale del Consiglio d’Europa.
L’1 marzo 2018, la Convenzione del Consiglio d’Europa contro il traffico di organi umani è entrata in vigore a seguito della ratifica da parte primi cinque Stati: Albania, Repubblica Ceca, Malta, Repubblica di Moldova e Norvegia.
La Convenzione contro il traffico di organi umani è stata aperta alla firma il 25 marzo 2015 a Santiago di Compostela (Spagna). Stabilisce un quadro giuridico globale per reprimere il traffico di organi umani, proteggere le vittime e perseguire penalmente i trafficanti. Introduce il reato di espianto illecito di organi prelevati da donatore vivente o deceduto, del loro utilizzo ai fini del trapianto e ad altri fini, e altri reati connessi.
L’Italia, insieme ad altri 16 Stati, ha firmato ma non ratificato l’accordo (Armenia, Austria, Belgio, Federazione russa, Grecia, Italia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Montenegro, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Turchia, e Ucraina).