Consiglio d’Europa: secondo rapporto annuale del Segretario Generale sullo stato della democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Europa
Sulla scia dei recenti atti terroristici di Copenhaghen e Parigi, il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, ha pubblicato il suo secondo rapporto sulla capacità degli stati membri di garantire e accrescere la sicurezza democratica entro i propri confini e, attraverso un’azione collettiva, al di fuori di essi.
A questo fine, il rapporto ha misurato il livello di sicurezza democratica negli stati membri del Consiglio d’Europa declinata nei suoi cinque pilastri: l’ indipendenza ed efficienza dell’ordinamento giudiziario, la libertà di espressione, la libertà di assemblea e associazione, il buon funzionamento delle istituzioni democratiche e una società che favorisca l’inclusione. Nonostante i risultati non siano omogenei, il rapporto in generale sottolinea delle importanti mancanze da parte dei paesi membri ad esempio in termini di conduzione delle elezioni o con riferimento alla presenza di leggi anti-discriminatorie inadeguate e di forti pressioni nei confronti delle ONG. Per ogni pilastro vengono identificati i limiti fondamentali riscontrati e le azioni necessarie per superarli. La mancanza di indipendenza dell’ordinamento giudiziario in molti paesi e la minaccia alla libertà di informazione nel continente intero vengono individuate come le due sfide più grandi a cui la sicurezza democratica è sottoposta.
Sulla base dei dati raccolti nel rapporto, il Consiglio d’Europa raddoppierà i suoi sforzi al fine di promuovere programmi di co-operazione con gli stati membri volti ad assicurare in primo luogo l’indipendenza del potere giudiziario in Europa e, in secondo luogo, la giusta attenzione da rivolgere alla sicurezza dei giornalisti al fine di salvaguardare la libertà d’opinione ed informazione.