Consiglio di Sicurezza: dichiarazione dell’attivista per i diritti delle donne in Afghanistan Zarqa Yaftali all’Open Debate su Donne Pace e Sicurezza
In occasione del ventesimo anniversario della Risoluzione 1325 si è svolto l’Open Debate del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su Donne Pace e Sicurezza.
Come tradizione l’NGO Working Group on WPS ha parlato per voce di un’attivista donna direttamente coinvolta in queste tematiche, Zarqa Yaftali, Direttrice Esecutiva della Women and Children Legal Research Foundation, che documenta la violenza e la discriminazione contro donne e ragazze in Afghanistan.
In un momento critico di avvio dei negoziati di pace tra talebani e governo afghano, l’attivista per i diritti delle donne Yaftali avverte del rischio che i passi avanti nel promuovere i diritti delle donne nel suo paese vengano vanificati dalle trattative in corso.
“La pace non può venire a scapito dei diritti delle donne” ha sottolineato esortando la comunità internazionale ad agire con azioni concrete ed esercitare pressioni politiche per garantire la protezione, i diritti, le libertà civili delle parti coinvolte. Il popolo afghano, martoriato da 41 anni di conflitto, ha lottato duramente per rivendicare i propri diritti e costruire una società pacifica basata sui diritti umani e sulla giustizia sociale ed economica. L’attivista ha sottolineato che pur essendo la partecipazione delle donne al processo di pace un aspetto fondamentale dell’agenda Donne Pace e Sicurezza, a vent’anni dalla sua nascita la realtà delle donne afghane non è cambiata.
Inoltre Zarqa Yaftali ha invitato il Consiglio di Sicurezza a:
• Chiedere un cessate il fuoco immediato per promuovere il processo di pace in Afghanistan;
• Riaffermare i diritti delle donne e la partecipazione come condizioni preliminari per il sostegno a colloqui di pace inclusivi;
• Preservare tutte le tutele costituzionali che riguardano i diritti delle donne;
• Istituire un Comitato congiunto delle Nazioni Unite, dei paesi coinvolti in Afghanistan, della società civile e dei media per monitorare l'attuazione di eventuali accordi di pace;
• Garantire la sicurezza delle donne leader, costruttrici di pace, difensore dei diritti umani e attiviste.
Dall’intervento di Zarqa Yaftali emerge con urgenza la necessità di un’attuazione dell’agenda DPS che sia radicata nei diritti umani e nella prevenzione dei conflitti, e che tenga in considerazione le priorità definite dalle donne costruttrici di pace e delle popolazioni, delle organizzazioni della società civile che vivono in maniera diretta le vicende dei conflitti.