Consiglio diritti umani

Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite: rinviato l'esame periodico universale di Israele

Foto che riprende il tavolo dei relatori e nello sfondo il tabellone elettronico con i risultati di una votazione al Consiglio diritti umani.
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La seduta del 29 gennaio 2013 in cui si doveva svolgere l’esame periodico universale (Universal periodic review – UPR) di Israele davanti al Gruppo di lavoro del Consiglio dei diritti umani è stata sospesa per la mancata comparizione della delegazione dello Stato. È la prima volta dall’istituzione dello UPR che uno Stato si sottrae alla discussione, che è finalizzata a raccogliere le raccomandazioni degli altri stati membri delle Nazioni Unite per migliorare il rispetto dei diritti umani nel paese in questione. Il Consiglio ha deciso (A/HRC/OM/7/L.1) di rinviare l’esame su Israele al più tardi alla sessione di ottobre 2013 (la 17a).

Il 14 maggio 2012, il rappresentante permanente di Israele alle Nazioni Unite aveva comunicato la decisione del suo governo di sospendere la cooperazione con il Consiglio dei diritti umani, a seguito, in particolare, dell’adozione della risoluzione 19/17 che istituiva una missione di fact finding sulle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati. Tra le altre cose, la decisione di non cooperare con il Consiglio ha comportato che Israele non ha sottoposto al Gruppo di lavoro sullo UPR il suo secondo rapporto sui diritti umani. (Il primo era stato discusso nel dicembre 2008: v. i documenti relativi al sito http://www.upr-info.org/-Israel-.html). L’esame sui diritti umani in Israele si sarebbe svolto quindi non solo senza i rappresentanti dello stato, ma anche in mancanza del rapporto del governo.

A queste condizioni, il Consiglio dei diritti umani ha preferito non procedere all’esame. La questione della mancata collaborazione di Israele sarà affrontata nella sua prossima sessione ordinaria. In quella sede si deciderà anche se considerare la condotta di Israele un caso di “persistent non-cooperation” con il meccanismo di UPR (v. Risoluzione HRC 5/1, art. 38), accertamento da quale possono derivare sanzioni di natura diplomatica. Il governo israeliano aveva richiesto, il 10 gennaio 2013, un differimento della data dello UPR, e ciò è stato considerato indice di una residua volontà di cooperazione.

Il comportamento di Israele crea un precedente molto preoccupante per il funzionamento del meccanismo dello UPR. Il valore dello UPR si fonda in larga misura sul suo carattere universale e sul fatto che nessuno stato, per quanto possa ritenere imbarazzante o inappropriato sottoporsi allo scrutinio di altri governi, si sottrae a questo esercizio di trasparenza. Il rischio è che l’esempio di Israele possa essere seguito da altri stati.

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