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COP 29: l'inclusione della disabilità è in ritardo

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Una delegazione dell'European Disability Forum (EDF) ha assistito alla Conferenza sul Clima (COP 29) a Baku in Azerbaijan, in corso dall’11 al 22 Novembre 2024, per sottolineare che le Nazioni Unite e i negoziatori sul clima non stanno tenendo in giusta e sufficiente considerazione i bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

La delegazione ha innanzitutto chiesto a gran voce di poter istituire una rappresentanza formale durante le negoziazioni, come per altri gruppi di interesse. L’assenza di questa rappresentanza ufficiale compromette la capacità del movimento mondiale per la disabilità di farsi sentire e di partecipare in maniera efficace alle negoziazioni. 

La necessità di prendere parte anche formalmente alle negoziazioni è reso ancora più urgente sia dal fatto che le persone con disabilità sono colpite in maniera sproporzionata dalle conseguenze del cambiamento climatico, sia dal rischio di rimanere esclusi dalle politiche e dalle soluzioni adottate per far fronte alla crisi climatica stessa se queste non tendono a tenere in considerazione le esigenze della disabilità.

La delegazione di EDF, guidata da Nadia Hadad, membro del Comitato Esecutivo del EDF, si è fatta voce di altre questioni urgenti:

  • Garantire l’accessibilità a tutte le iniziative legate al clima, dalle infrastrutture ai trasporti, passando per l'imprenditorialità, il sostentamento e l’occupazione nei settori legati al clima.
  • Affrontare i problemi delle persone con disabilità, includendole significativamente, attraverso le loro organizzazioni, nello sviluppare strumenti come i Contributi Determinati a livello Nazionale e il Fondo per le Perdite e i Danni.
  • Garantire politiche climatiche inclusive, evidenziando le barriere e prevedendo soluzioni che siano in linea con gli obblighi degli Stati ai sensi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCRPD).
  • Prestare particolare attenzione alle necessità delle donne, dei giovani, delle persone con disabilità appartenenti a gruppi sottorappresentati (per esempio persone con disabilità intellettive, psicosociali o con elevati bisogni di sostegno) e persone con disabilità che fanno parte di altre minoranze come le popolazioni indigene e la comunità LGBTQ+.

La delegazione ha inoltre partecipato a eventi collaterali come l’evento “No climate justice without civic space and meaningful participation” con Human Rights Watch, Amnesty International e i difensori dei diritti umani.

“È incredibile che dopo tanti anni, dobbiamo ancora lottare per essere ascoltati e per far sì che le nostre questioni siano prese in considerazione. Le Nazioni Unite e gli Stati Parte devono rispettare i trattati che hanno ratificato e stabilire finalmente una rappresentanza ufficiale per le persone con disabilità all’interno della UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico)” ha dichiarato Nadia Hadad.

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persone con disabilità Nazioni Unite / ONU inclusione cambiamento climatico