Corte penale internazionale

Corte Penale Internazionale: la Libia accetta la giurisdizione sui presunti crimini commessi dal 2011 alla fine del 2027

La sede della Corte Penale Internazionale ne L'Aia, Paesi Bassi.
© Vincent van Zeijst

Il 12 maggio 2025, il Cancelliere della Corte Penale Internazionale (CPI), Osvaldo Zavala Giler, ha ricevuto una dichiarazione presentata dal governo libico che accetta la giurisdizione della CPI in relazione ai presunti crimini commessi nel suo territorio dal 2011 alla fine del 2027. La dichiarazione è stata depositata ai sensi dell'articolo 12(3) dello Statuto di Roma, che consente a uno Stato non parte dello Statuto di accettare l'esercizio della giurisdizione della Corte.

Sebbene la Libia non sia uno Stato Parte dello Statuto di Roma, la situazione del paese è sotto esame della CPI dal 2011. Il caso è stato deferito al Procuratore della CPI dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite attraverso la Risoluzione 1970 del 26 febbraio 2011. Questa risoluzione ha concesso alla CPI la giurisdizione sui crimini elencati nello Statuto di Roma commessi sul territorio libico o da cittadini libici a partire dal 15 febbraio 2011.

Il deferimento del Consiglio di Sicurezza è stato motivato da gravi preoccupazioni sulla situazione in Libia. La risoluzione ha condannato fermamente la violenza e l'uso della forza contro i civili, ha deplorato la violazione grave e sistematica dei diritti umani e ha espresso profonda preoccupazione per le vittime civili. Inoltre, ha respinto l'incitamento all'ostilità e alla violenza contro la popolazione civile, notando che tale incitamento proveniva dai più alti livelli del governo libico. Il Consiglio di Sicurezza ha sottolineato la necessità di rispettare le libertà di riunione pacifica, di espressione e dei media. Inoltre, ha enfatizzato la cruciale necessità di ritenere responsabili coloro che hanno compiuto attacchi contro i civili, incluse le forze sotto il loro controllo.

L'indagine della CPI, iniziata nel marzo 2011, ha finora prodotto tre casi (due dei quali sono già chiusi mentre uno rimane nella fase pre-processuale), originariamente contro cinque sospetti, e ha coinvolto accuse che includono i seguenti crimini:

  • crimini contro l'umanità: omicidio, imprigionamento, tortura, persecuzione e altri atti inumani;
  • crimini di guerra: omicidio, tortura, trattamento crudele e oltraggi alla dignità personale.

La situazione libica segna il secondo deferimento del Consiglio di Sicurezza alla CPI e la seconda indagine in uno Stato non Parte dello Statuto di Roma (il Darfur è stato il primo).

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Corte penale internazionale diritto penale internazionale genocidio, crimini contro l'umanità Libia