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Corte penale internazionale: riaperta l’indagine preliminare sulla situazione in Iraq

Il 13 maggio 2014, il Procuratore della Corte penale internazionale (ICC), Fatou Bensouda, ha annunciato di voler riaprire l’indagine preliminare sulla situazione in Iraq, conclusa in precedenza nel 2006, sulla base di nuove informazioni presentate all’Ufficio del Procuratore dallo European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR) e dai Public Interest Lawyers (PIL).

Queste nuove informazioni, in particolare, attribuiscono agli ufficiali del Regno Unito la responsabilità penale per presunti crimini di guerra (abusi sistematici sui detenuti iracheni) perpetrati dalle truppe britanniche in Iraq dal 2003 al 2008.

Sebbene l’Iraq non sia uno Stato Parte dello Statuto di Roma, la giurisdizione della Corte si estende a tutti i crimini commessi in territorio iracheno ad opera di persone aventi cittadinanza di uno Stato Parte dello Statuto. In questo caso, il Regno Unito ha depositato il proprio strumento di ratifica dello Statuto di Roma il 4 ottobre 2001.

In linea con quanto sancito all’articolo 15(2) dello Statuto, il Procuratore apre un’indagine preliminare al fine di valutare la serietà delle informazioni ricevute e determinare così se sussiste una base ragionevole per poter avviare le indagini. Qualora vi siano elementi che giustifichino l’inizio delle indagini, il Procuratore presenta alla Camera preliminare una richiesta di autorizzazione alle indagini.

Durante l’indagine preliminare, il Procuratore considera questioni relative alla giurisdizione, all’ammissibilità e agli interessi della giustizia per decidere se aprire o meno un’inchiesta, come previsto all’articolo 53(1) dello Statuto di Roma.

Ad oggi sono 8 le situazioni all’esame della Corte penale internazionale: Kenya e Costa d’Avorio (indagini proprio motu del Procuratore); Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana e Mali (self-referral); Sudan e Libia (deferimento del Consiglio di Sicurezza).

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