Corte Penale Internazionale: Richiesta del mandato d’arresto per il Presidente del Sudan, per il crimine di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi in Darfur.
Lo scorso 14 luglio, Il Procuratore della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno-Ocampo ha presentato le prove che dimostrano che il Presidente del Sudan, Omar Hassan Ahmad Al Bashir ha commesso il crimine di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra in Darfur e ha chiesto alla Corte Preliminare di spiccare un mandato d’arresto nei suoi confronti ai sensi dell’articolo 58 dello Statuto della Corte Penale Internazionale.
Il Procuratore ha evidenziato come Al Bashir abbia ideato e implementato un piano per distruggere una parte consistente dei gruppi Fur, Masalit e Zaghawa, sulla base della loro etnia, manifestando un intento genocidario, mascherato con l’alibi della “controinsurrezione” contro i tre gruppi di insorti.
Il Procuratore infatti descrive come, dopo gli attacchi contro le tre tribù ribelli Fur, Masalit e Zaghawa, le milizie assoldate dal presidente del Sudan, i Janjaweed, attaccavano coloro che si rifugiavano nel deserto, mentre i civili che raggiungevano i campi profughi erano soggetti a condizioni di vita messe in atto in modo calcolato allo scopo di portarli alla distruzione.
Vi sono anche prove che Al Bashir abbia ordinato alle sue milizie di circondare i campi profughi, bloccando gli aiuti umanitari internazionali; in queste stesse zone inoltre, è stato evidenziato come siano frequentissimi, quasi all’ordine del giorno, gli stupri di gruppo da parte dei Janjaweed.
Il presidente Al Bashir ha per cinque anni negato questi crimini, contribuendo di fatto all’impunità per i suoi sottoposti, inoltre, l’intento genocidario, per il procuratore è evidente se si analizzano gli attacchi ai 2450000 civili stanziati nei campi profughi, attacchi portati a termine non direttamente con armi, ma con altri metodi; nel breve Rapporto è riportato infatti che il Presidente del Sudan: “Non ha avuto bisogno di proiettili. Ha usato altre armi: stupri, fame e paura. Armi efficienti, ma silenziose”.
Invece di assistere i profughi, quindi il Presidente Al Bashir ha mobilitato l’intero apparato statale, dalle forze armate al sistema giudiziario, al fine di “sottoporre deliberatamente persone appartenenti alle tribù Fur, Masalit e Zaghawa a condizioni di vita tali da comportare la distruzione fisica dei gruppi stessi”.
Ora, la Camera Preliminare, dopo aver esaminato gli elementi probatori forniti dal Procuratore, se sussisteranno fondati motivi di ritenere che Al Bashir ha commesso uno dei crimini nella giurisdizione della Corte, emetterà un mandato di arresto per il Presidente del Sudan, come richiesto dal Procuratore.
Al Bashir non è il primo cittadino sudanese ad essere incriminato dalla corte penale, il
Il Governo sudanese tuttavia non ha avviato nessun tipo di procedimento giudiziario nei confronti dei due presunti colpevoli, rifiutandosi di collaborare con
Anche nel caso di un eventuale mandato di cattura del Presidente Al Bashir, il Sudan ha già dichiarato, per mezzo di un portavoce del Presidente, che non collaborerà in alcun modo con la corte, non riconoscendone l’autorità.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, appresa la notizia delle richiesta del Procuratore di emettere un mandato d’arresto alla Camera Preliminare per il Presidente del Sudan ha dichiarato che auspica che il Sudan continui a cooperare pienamente con le Nazioni Unite, garantendo la sicurezza del personale internazionale impegnato nella missione di peacekeeping dell’UNAMID.
Il commento del Segretario Generale ha un intento preciso, molte Ong infatti sottolineano come un mandato di arresto, potrebbe compromettere gravemente le operazioni dell’Onu in Darfur, infatti numerose manifestazioni a favore di Al Bashir si sono subito moltiplicate all’indomani della richiesta del mandato di arresto e tutto il personale non essenziale della missione dell’UNAMID è stato trasferito mentre si sta valutando l’opportunità di una sospensione della missione stessa alla luce della recente escalation di violenza e di tensione.
Background
· Il
· Ai sensi dello Statuto di Roma, il
· Al termine di un’indagine durata 20 mesi sui crimini commessi in Darfur a partire dal
· Il
·
·
News nel sito della Corte Penale Internazionale:
http://www.icc-cpi.int/press/pressreleases/406.html
Documenti dal sito della Corte Penale Internazionale
Richiesta del Procuratore del mandato d’arresto ai sensi dell’articolo 58 per Hassan Ahmad AL BASHIR
http://www.icc-cpi.int/library/organs/otp/ICC-OTP-Summary-20081704-ENG.pdf
Per approfondire:
http://www.icc-cpi.int/cases/Darfur.html
Link a siti di Ong che hanno riportato e commentato la notizia:
Coalition for the International Criminal Court
http://www.iccnow.org/?mod=darfur#20
http://www.iccnow.org/documents/Darfur_State_Apparatus_AW.pdf
Human Rights Watch
http://www.hrw.org/english/docs/2008/07/14/sudan19335.htm
International Crisis Group
http://www.crisisgroup.org/home/index.cfm?id=5572&l=1