CPT: pubblicato il 27° rapporto annuale
Il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha pubblicato ad aprile il rapporto annuale per il 2017.
Il CPT denuncia la mancanza di meccanismi di reclamo efficaci per le persone private della libertà personale in tutta Europa, ovunque si trovino, nelle prigioni, nelle stazioni di polizia, nei centri di detenzione per l'immigrazione, nelle istituzioni psichiatriche e in altri luoghi di detenzione.
Durante le visite condotte in 18 paesi nel 2017, il CPT ha riscontrato la totale assenza dei meccanismi di reclamo per le persone private della libertà personale o gravi carenze, tra cui la mancanza di informazioni adeguate fornite ai detenuti in merito a organi o procedure preposti, eccessivi ritardi nell'elaborazione dei reclami, mancato esame delle denunce da parte del detenuto, mancanza di indipendenza o imparzialità dei funzionari che si occupano dei reclami e protezione insufficiente dei detenuti contro intimidazioni e rappresaglie.
L’assenza o le gravi carenze dei meccanismi di reclamo esistenti mettono a rischio le persone private della libertà personale, privandole di un efficace sistema di salvaguardia contro la tortura e trattamenti inumani o degradanti.
Il CPT, istituito con la Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, è l’organo preposto al monitoraggio dell’effettiva implementazione della Convenzione. Il Comitato è composto da esperti indipendenti, ha il potere di visitare i luoghi in cui si trovano persone private della libertà personale da una pubblica autorità e può formulare delle raccomandazioni e suggerire dei miglioramenti per rafforzare, se necessario, la protezione delle persone visitate contro la tortura o le pene o trattamenti disumani o degradanti.