Forum Europeo sulla Disabilità: Un anno dopo. Un primo rapporto di monitoraggio sulle persone con disabilità in Ucraina
La data del 24 febbraio segna il primo anniversario dello scoppio del conflitto in Ucraina tuttora in corso e che ha provocato la più grave crisi umanitaria in Europa dalla Seconda guerra mondiale.
In concomitanza con questa data, l’EDF (Forum Europeo sulla Disabilità) ha pubblicato una prima stesura di un significativo rapporto di monitoraggio sui diritti delle persone con disabilità, frutto della collaborazione con i partner in Ucraina, la NAPD (Assemblea Nazionale delle Persone con Disabilità, l’LS(League of the Strong, “Lega dei Forti”) e il KhlSR(Istituto di Ricerca Sociale di Kharkiv).
I dati hanno evidenziato che le persone con disabilità presenti nel paese, oltre 2 milioni e 700.000, sono state colpite in modo sproporzionato dalla guerra, e che il 13% delle famiglie in fuga in altri paesi comprendevano almeno un membro con disabilità.
Con l’avvio di una stretta collaborazione tra EDF e l’organizzazione CBM Internationalè stato attivato un modello del tutto nuovo di risposta umanitaria guidata da organizzazioni di persone con disabilità, allo scopo di far fronte alle esigenze più concrete e immediate delle persone rimaste nel paese e di quelle fuggite in altri Stati, ma anche con l’obiettivo di più ampio respiro di rafforzare il movimento delle persone con disabilità in tutta la regione coinvolta, attraverso il coinvolgimento a medio-lungo termine di tutta la comunità.
La sintesi pubblicata evidenzia la necessità di un maggiore adeguamento dei servizi di emergenza per aderire agli standard di accessibilità e inclusione, contro le numerose barriere potenzialmente letali che incontrano le persone con disabilità e messe in rilievo nelle principali raccomandazioni rivolte alle autorità ucraine, di cui presentiamo una sintesi schematica:
-Accessibilità di case modulari e di rifugi: le autorità centrali devono garantire in ogni modo i requisiti minimi di accessibilità, principio che dovrà essere alla base anche nei piani per la ricostruzione del Paese. Si devono consultare in modo significativo le organizzazioni di persone con disabilità in tutte le fasi.
-Accessibilità delle informazioni per i cittadini in situazioni di emergenza:
fornire formati alternativi delle informazioni (per es. stampa a grandi caratteri, formati audio o video in Lingua dei segni, etc.), garantire l’accessibilità dei siti web e delle altre risorse digitali, creando anche un meccanismo di feedback che consenta alle diverse organizzazioni di attingere e diffondere buone pratiche e metodi efficaci.
-Servizi umanitari che rispondono ai bisogni primari e adeguati specifici supporti: Garantire il pari accesso a tutti i servizi di base e allo stesso tempo implementare un sistema di supporto che incontri i bisogni specifici delle persone con disabilità, prevedendo budget dedicati.
-Accesso alla giustizia: garantire il diritto alla tutela giudiziaria, riservando una quota del budget alle misure di supporto per le persone con disabilità, (ai loro eventuali trasferimenti nei tribunali ancora attivi, alla registrazione al cosiddetto “Tribunale Telematico”) e alla specificaformazione necessaria per il personale dell’ambito giudiziario.
-Diritto all’istruzione: assicurare formazione di alta qualità e supporto per i docenti, percorsi terapeutici per gli alunni con disabilità in caso di necessità, supporto allo sviluppo delle loro conoscenze e abilità. Sviluppo di un adeguato programma di ricostruzione e ripristino delle infrastrutture educative nella prospettiva dell’accessibilità.
-Supportare i processi di deistituzionalizzazione, creando servizi sociali a livello comunitario.
Riguardo a questo tema “caldo” l’EDF dichiara che «Nonostante l’impatto negativo dell’approccio istituzionale, le autorità ucraine sono impegnate nella ricostruzione di quelle strutture in prima linea e questo confligge con il nostro impegno in tutta Europa per il divieto di costruzione e ristrutturazione di istituti residenziali a favore del passaggio a un’assistenza di comunità.»
Il documento sottolinea infine l’assoluta necessità di una ricostruzione postbellica nel segno dell’inclusività, «di dare priorità all’accessibilità e all’universal design[“progettazione universale”, N.d.R.] da sviluppare in piena sinergia con la società civile, inclusa la partecipazione sostanziale delle persone con disabilità attraverso le loro organizzazioni rappresentative» come già precedentemente dichiarato dal Forum in un documento prodotto in collaborazione con SUSTENTO (Lettonia).