Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità: il cambio di passo segnato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e dall’Approccio basato sui Diritti Umani
La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) è stata adottata dall’Assemblea Generale ONU il 13 dicembre 2006, è entrata in vigore il 3 maggio 2009 ed è stata ratificata in Italia il 3 marzo 2009 (L.18/09)
È la prima Convenzione internazionale sulla disabilità, frutto di un percorso innovativo che per la prima volta vede il diretto coinvolgimento delle persone con disabilità nel lavoro di stesura
Il suo obiettivo non è tanto quello di introdurre nuovi diritti, quanto quello di consolidare e assicurare il rispetto di quelli esistenti (Dichiarazione Universale dei diritti umani, 1948) alle persone con disabilità su base di uguaglianza, nella prospettiva dei principi cardine delle pari opportunità e di non discriminazione.
Rispetto ai diritti politici, civili, sociali, economici e culturali trattati, la Convenzione offre le disposizioni programmatiche che devono essere recepite dagli Stati membri per garantire una progressiva inclusione delle persone con disabilità, delineando il nuovo percorso da seguire a livello internazionale, nazionale e locale per l’adeguamento delle normative, l’applicazione, la realizzazione di buone prassi e il monitoraggio dell’effettiva attuazione della CRPD.
L’approccio basato sui Diritti Umani promosso dalla Convenzione rappresenta una vera e propria rivoluzione: la definizione di disabilità come prodotto dell’interazione tra le caratteristiche della persona e il contesto, la definisce come condizione e non più come malattia, chiamando in causa la responsabilità sociale e la necessità dell'abbattimento delle barriere fisiche e soprattutto culturali.
La CRPD promuove quindi il superamento del modello medico focalizzato su malattia, menomazione e assistenzialismo, sulla cura e su atteggiamenti di protezione e pietistici. Pone la persona al centro, con i suoi diritti e le sue caratteristiche, supportando i processi di autodeterminazione e lo sviluppo delle potenzialità individuali, a sostegno di un progetto di una vita il più possibile indipendente e della piena partecipazione a tutti gli aspetti della vita nel proprio contesto sociale.
Affinché ciò si realizzi, vengono date chiare indicazioni, quali il riconoscimento della capacità giuridica universale e il conseguente superamento del modello decisionale sostitutivo a favore di un modello decisionale supportato (che aiuti le persone con disabilità a compiere le proprie scelte), o l’utilizzo dello strumento dell’accomodamento ragionevole come supporto concreto, se necessario, nel rimuovere gli ostacoli al pieno godimento dei diritti in tutti gli ambiti della vita delle persone con disabilità.