diritti umani

Greenpeace pubblica il rapporto del 2017 sulla violenza legata al taglio illegale di legname in Amazzonia

Greenpeace,Blood Stained Timber
© Greenpeace Brazil

Greenpeace Brasile pubblica il report Blood-stained timber 2017 sul legno tagliato illegalmente in Amazzonia che continua ad arrivare in Europa.

Il rapporto, pubblicato annualmente da Greenpeace dal 2014, denuncia la mancata condanna di Valdelir João de Souza, proprietario di due aziende che commerciano legname della foresta Amazzonica in Europa e USA, mandante del “massacro di Colniza“. Secondo quanto riportato nel documento, il 19 aprile 2017, quattro uomini armati di coltelli, machete, pistole e fucili sono arrivati a Colniza, hanno torturato diversi abitanti e ne hanno uccisi nove con metodi brutali. Secondo Greenpeace, questo crimine è il risultato dell’avido accaparramento di risorse naturali preziose come l’ipê, lo jatobá e il massaranduba, ovvero alberi il cui legno pregiato è molto ricercato per la produzione mobili di lusso, nonostante il Regolamento EU 995/2010, meglio noto come EU Timber Regulation (EUTR) vieti l’immissione e il commercio in Europa di prodotti di origine illegale e obbliga l’adozione di un sistema interno di “dovuta diligenza”.

Il rapporto rileva come i conflitti con comunità locali e popolazioni indigene sono spesso collegati alla deforestazione illegale. Dal Brasile continuano ad arrivare notizie di esecuzioni, tentativi di omicidio, intimidazioni ai danni delle comunità che vivono nella foresta e la proteggono. Lo stato brasiliano del Rondônia, ha, per esempio, il primato del numero di omicidi di matrice ambientale.

Il rapporto denuncia, inoltre la mancanza di un piano nazionale che permetta alle comunità native di gestire direttamente la foresta, rendendo la produzione di legname più sostenibile, e creando reddito e dignità per le popolazioni locali. 

La versione completa, in inglese, del rapporto è scaricabile al link sottostante.

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