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I ragazzi e l’attività sportiva organizzata: un contesto di crescita osservato in un rapporto Unicef

Copertina Rapporto Unicef Protecting children from violence in sport (luglio 2010) che raffigura una fanciulla in una gara di nuoto
© Unicef - IRC

La dimensione del gioco appartiene istintivamente ai bambini e ai ragazzi. Attraverso il gioco esercitano un’attività fisica, ma sviluppano anche comportamenti socializzanti, imparano la disciplina, la tolleranza, il rispetto degli altri.

La Convenzione Onu sui diritti del fanciullo riconosce all’art. 31 il diritto al gioco; nello stesso tempo, all’art. 29, la Convenzione prevede che qualsiasi forma di educazione del fanciullo – e quindi anche l’attività sportiva organizzata – deve essere finalizzata allo sviluppo della personalità dello stesso e praticata in una cultura di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi.

Realizzato sulla base di questi assunti, l’Unicef – Innocenti Research Centre ha pubblicato un rapporto  di ricerca sul rispetto dei diritti dei ragazzi nel contesto dell’attività sportiva organizzata.

Protecting children from violence in sport. A review with a focus on industrialized countries”: questo il titolo della pubblicazione attraverso la quale l’Unicef - da sempre sostenitore dei benefici del gioco e dello sport nella crescita dei fanciulli - mette in evidenza che negli ultimi anni lo sport non sempre ha rappresentato un contesto sicuro per i ragazzi.
La ricerca, con un focus sui Paesi industrializzati, rileva il possibile verificarsi di comportamenti quali il bullismo, l'abuso psicologico, il lavoro minorile, la tratta e la violenza sessuale.

Allo stesso tempo viene riscontrata una scarsa conoscenza delle questioni in tema di promozione e protezione dei diritti bambini nei contesti sportivi da parte degli allenatori, degli insegnati di educazione fisica o di altri soggetti coinvolti, mentre i giovani atleti sono raramente consultati sulle loro esperienze sportive.

Il superamento di questo gap e la realizzazione della tutela dei fanciulli nei contesti sportivi organizzati, richiede - affinché possano raggiungersi pienamente i benefici legati all’attività sportiva praticata - che si instauri una opportuna collaborazione tra i soggetti coinvolti e le diverse agenzie interessate.

Da qui l’invito al Comitato Onu sui diritti del fanciullo a monitorare il rispetto dei diritti del bambino nello sport e a sollecitare gli Stati ad individuare una autorità designata - quale potrebbe essere l’ombudsman per la tutela dei diritti del fanciullo – investendola anche della protezione dei ragazzi nei contesti dedicati alla pratica sportiva.

Il Pubblico Tutore dei minori del Veneto si è reso promotore di una ricerca sul significato che lo sport assume per gli adolescenti che lo praticano e per gli adulti che lo organizzano nel Veneto.
Gli esiti e le riflessioni emerse sono stati pubblicati nel volume "Relazioni ed emozioni nello sport. Ricerca per una CARTA sulle esperienze delle pratiche sportive degli adolescenti" (a cura di V. Belotti, C. Bertolo, V. Rettore, F. Santamaria) nel quale viene messa in primo piano l’esperienza vissuta nella pratica sportiva dai soggetti adolescenti e dagli adulti che li affiancano, evidenziando quali aspetti, relazioni ed emozioni contribuiscono a formare il senso e i significati che l’attività sportiva ricopre nella loro vita quotidiana.

[Fonte: sito web dell'Ufficio del Pubblico Tutore dei minori del Veneto]

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