Il Rapporto della Relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati Francesca Albanese, "Genocidio come cancellazione coloniale", ottobre 2024)
Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967, presenta un Rapporto, dal titolo “Genocide as colonial erasure” (“Genocidio come cancellazione coloniale”) - A/79/384, in cui indaga sulle atrocità che i palestinesi stanno attualmente subendo e dà una visione più ampia dell'intento genocida dello Stato di Israele fornendo ricerche legali, analisi e prove della pulizia etnica in atto.
La Relatrice Speciale sottolinea che la persecuzione che Israele perpetua dopo gli avvenimenti del 7 ottobre 2023 nei confronti della popolazione palestinese non deve essere isolata dal piano premeditato di eliminazione della popolazione indigena mediante lo spostamento e la sostituzione forzati, omicidi di massa, incarcerazioni di massa, segregazione razziale e la costruzione di un regime di apartheid.
Il Rapporto evidenzia come, fin dall'inizio, coperto dallo status di eccezione e dalla prolungata impunità, Israele ha sistematicamente violato il diritto internazionale perseguendo l'obiettivo del "Grande Israele" su tutta la ex Palestina Mandataria.
La narrazione di una guerra in nome della "autodifesa" viene contraddetta dalle azioni che il governo israeliano conduce, azioni che confermano l'intento genocida che pervade l'intero apparato statale. Le analisi evidenziano che, sebbene ci siano individui personalmente responsabili di crimini contro il popolo palestinese, le radici del genocidio in corso risiedono nel progetto secolare di colonialismo perpetrato dallo Stato di Israele.
Infine, Francesca Albanese nel Rapporto sollecita gli Stati ad agire urgentemente per garantire la piena applicazione della Convenzione sul genocidio e la piena protezione dei palestinesi e invita la comunità internazionale a mettere in atto una serie di raccomandazioni tra cui completo embargo sulle armi, sanzioni, il riconoscimento di Israele come Stato di apartheid, assistenza umanitaria al popolo palestinese e la persecuzione di tutte gli enti aziendali e individui responsabili di crimini nella Palestina occupata.