In Polonia “esiste un chiaro rischio di una grave violazione dello stato di diritto”. La Commissione europea avvia la procedura prevista dall’art. 7 del Trattato UE per violazione dell’art. 2.
Articolo 2
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.
Articolo 7
1. Su proposta motivata di un terzo degli Stati membri, del Parlamento europeo o della Commissione europea, il Consiglio, deliberando alla maggioranza dei quattro quinti dei suoi membri previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare che esiste un evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2. Prima di procedere a tale constatazione il Consiglio ascolta lo Stato membro in questione e può rivolgergli delle raccomandazioni, deliberando secondo la stessa procedura.
Il Consiglio verifica regolarmente se i motivi che hanno condotto a tale constatazione permangono validi.
2. Il Consiglio europeo, deliberando all'unanimità su proposta di un terzo degli Stati membri o della Commissione europea e previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare l'esistenza di una violazione grave e persistente da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2, dopo aver invitato tale Stato membro a presentare osservazioni.
3. Qualora sia stata effettuata la constatazione di cui al paragrafo 2, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può decidere di sospendere alcuni dei diritti derivanti allo Stato membro in questione dall'applicazione dei trattati, compresi i diritti di voto del rappresentante del governo di tale Stato membro in seno al Consiglio. Nell'agire in tal senso, il Consiglio tiene conto delle possibili conseguenze di una siffatta sospensione sui diritti e sugli obblighi delle persone fisiche e giuridiche.
Lo Stato membro in questione continua in ogni caso ad essere vincolato dagli obblighi che gli derivano dai trattati.
4. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può successivamente decidere di modificare o revocare le misure adottate a norma del paragrafo 3, per rispondere ai cambiamenti nella situazione che ha portato alla loro imposizione.
5. Le modalità di voto che, ai fini del presente articolo, si applicano al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio sono stabilite nell'articolo 354 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
“Nonostante numerosi sforzi compiuti da quasi due anni, per intavolare un dialogo costruttivo con le autorità polacche nell'ambito dello Stato di diritto, la Commissione ha oggi concluso che esiste un chiaro rischio di grave violazione dello Stato di diritto in Polonia. Le riforme giudiziarie in Polonia comportano che il sistema giudiziario nazionale sia ora sotto il controllo politico della maggioranza di governo. In assenza di indipendenza del sistema giudiziario, sorgono numerose questioni in merito all'effettiva applicazione del diritto dell'UE, dalla protezione degli investimenti al reciproco riconoscimento in diversi settori, quali l'affidamento dei minori o l'esecuzione dei mandati d'arresto europei. La Commissione pertanto propone al Consiglio di adottare una decisione a norma dell'articolo 7, paragrafo 1, del trattato sull'Unione europea. Oggi la Commissione ha inoltre adottato una raccomandazione complementare (la quarta) sullo Stato di diritto, che delinea chiaramente quali misure le autorità polacche possono adottare per porre rimedio all'attuale situazione. Qualora le autorità polacche attuassero le azioni proposte, la Commissione, in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e il Consiglio, è pronta a riesaminare la proposta motivata. La Commissione ha inoltre deciso di adottare l'azione successiva della procedura d'infrazione contro la Polonia per violazioni del diritto dell'UE con la legge sull'organizzazione dei tribunali ordinari, deferendo la Polonia alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Pur adottando tali misure senza precedenti, la Commissione resta aperta a un dialogo costruttivo per porre rimedio all'attuale situazione” (nota pubblicata sul sito web della Rappresentanza in Italia della Commissione europea).