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International Crisis Group: Rapporto sulle crisi internazionali nel mese di dicembre 2010

Membri delle unità di polizia malesiane e pakistane della missione delle Nazioni Unite a Timor Est (UNMIT) durante un'esercitazione.
© UN Photo

E' stato pubblicato il bollettino periodico Crisis Watch, relativo al mese di dicembre 2010 da parte dell'organizzazione non governativa International Crisis Group. Si tratta di uno strumento interessante per una valutazione degli sviluppi nelle principali aree di conflitto del pianeta.
Il bollettino segnala un peggioramento della situazione in 9 Paesi (Burundi, Repubblica Centrafricana, Costa d'Avorio, Egitto, Guinea, Haiti, Madagascar, Corea del Nord, Sahara Occidentale) e un miglioramento di una situazione conflittuale (Niger).

Situazioni peggiorate: Burundi, Repubblica Centrafricana, Costa d'Avorio, Egitto, Guinea, Haiti, Madagascar, Corea del Nord, Sahara Occidentale.
Situazioni migliorate: Niger.
Situazioni immutate: Afghanistan, Algeria, Armenia, Azerbaijan, Bangladesh, Paesi Baschi (Spagna), Bielorussia, Bolivia, Bosnia, Ciad, Cecenia (Russia), Colombia, Comore, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Eritrea, Etiopia, Georgia, Guatemala, Guinea-Bissau, Honduras, India (non-Kashmir), Indonesia, Iran, Iraq, Israele/Territori Palestinesi Occupati, Kazakistan, Kenya, Kosovo, Kashmir, Isole Curili/Territori del Nord (Russia/Giappone), Kirghizistan, Libano, Macedonia, Mali, Mauritania, Messico, Moldova, Marocco, Myanmar/Burma, Nagorno-Karabakh (Azerbaijan), Nepal, Nicaragua, Nigeria, Caucaso del Nord (non-Cecenia), Irlanda del Nord, Pakistan, Filippine, Rwanda, Serbia, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Siria, Tajikistan, Tailandia, Timor-Est, Turchia, Uganda, Ucraina, Uzbekistan, Venezuela, Yemen, Zimbabwe.

Tensioni nella penisola coreana: due civili sud-coreani e due marines sono stati uccisi a causa del lancio di proiettili di artiglieria da parte dell'esercito della Corea del Nord verso l'isola nord-coreana di Yeonpyeong, dove la Corea del Sud stava conducendo esercitazioni militari. L'attacco nord-coreano è stato condannato dalla comunità internazionale. Seul ha annunciato nuove regole di ingaggio con un incremento delle truppe nelle isole del Nord, oltre ad effettuare delle esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti nel Mar Giallo.

Le elezioni presidenziali ad Haiti si sono concluse tra tensioni in quanto diversi candidati dell'opposizione hanno chiesto l'annullamento del voto per sospetti di frode: migliaia di persone sono scese in piazza in segno di protesta. Gli osservatori internazionali della Organizzazione degli Stati Americani hanno convalidato il voto nonostante "gravi irregolarità", ma la tensione rimane alta. Nel frattempo, l'epidemia di colera continua a peggiorare e si diffonde nei vari distretti del Paese compresa la capitale Port-au-Prince. Sono stati quasi 2.000 i casi mortali dall'inizio dell'epidemia nel mese di ottobre.

In Costa d'Avorio si contano diverse vittime negli scontri pre-elettorali avvenuti nella capitale Abidjan tra supporters dei due candidati presidenziali, il presidente in carica Laurent Gbagbo e l'ex primo ministro Alassane Ouattara. Il 28 novembre, dopo molti ritardi, è stato dato l'annuncio dei risultati preliminari e questo ha acuito le tensioni tra i due campi: vi sono timori di ulteriori violenze.

In Guinea, i risultati preliminari dichiarano il leader dell'opposizione Alpha Condé vincitore al secondo turno delle presidenziali del 7 novembre: ciò ha scatenato tre giorni di violenza causando almeno quattro morti e decine di feriti. Le Nazioni Unite e i gruppi per la tutela dei diritti umani hanno espresso preoccupazione per l'uso eccessivo della forza contro i civili.

CrisisWatch anche rilevato situazioni peggiorate in Burundi, Repubblica Centrafricana, Madagascar, Egitto e Sahara Occidentale.

In Niger, la situazione è migliorata grazie al referendum del 31 ottobre: il tasso dei voti favorevoli alla nuova Costituzione è stato del 90%. Ciò ha aperto la strada alle elezioni previste per gennaio 2011 e al ritorno ad un governo democraticamente eletto.

CrisisWatch ha monitorato nuovamente in questo mese la violenza contro la popolazione civile nel Nord e nel Sud del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo. La strategia militare concordata nel 2008 dai presidenti congolese e ruandese Joseph Kabila e Paul Kagame per sconfiggere le milizie e bonificare il terreno non è riuscita. Due anni di campagne militari hanno visto il deteriorarsi della situazione umanitaria, numerosi scontri interetnici e altri episodi violenti. La crisi in corso nelle province orientali del Congo rischia di condurre alla disintegrazione dell'esercito nazionale congolese e ad una pericolosa destabilizzazione regionale.

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