Le Università si pronunciano su Dialogo interculturale e nuova cittadinanza

Nei giorni 2 e 3 marzo 2007 si è svolta nell'Aula Magna "Galileo Galilei" dell'Università di Padova la Conferenza internazionale che ha concluso il Progetto di Ricerca Europeo su "Il ruolo del dialogo interculturale per una nuova (prulare, democratica) cittadinanza". Il Progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea e dalla Regione del Veneto e coordinato dal Prof.Antonio Papisca dell'Università di Padova, ha coinvolto docenti e ricercatori di numerose Università europee e di altri continenti. La ricerca è stata condotta da quattro Gruppi transnazionali, con sede ad Atene, Lodz (Polonia), Malta, Padova, rispettivamente coordinati dai Professori Constantine Stephanou, Maria Karasinska-Fendler, Peter Xuereb, Marco Mascia.

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I principali relatori della Conferenza sono stati il Ministro degli Esteri della Repubblica di Malta, Michael Frendo, e il Prof.Luigi Lombardi Vallauri dell'Università di Firenze.

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Ulteriori approfondimenti e il Messaggio personale del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, pervenuto durante i lavori, sono disponibili al seguente link

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Su proposta dei Coordinatori della ricerca, è stata all'unanimità approvata la seguente Dichiarazione finale.

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Conferenza internazionale su “Dialogo interculturale per lo sviluppo di una nuova (plurale, democratica) cittadinanza”

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organizzata dal Centro Interdipartimentale sui Diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova a conclusione del Progetto Europeo di ricerca Jean Monnet-European Community Studies Association-ECSA, coordinato dal Centro diritti umani e dal Centro europeo d’eccellenza Jean Monnet dell’Università di Padova e realizzato con la partecipazione attiva delle Università di Atene-Panteion, Lodz, Malta, dell’Istituto Europeo di Lodz e di ECSA-Grecia.

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Università di Padova, Aula Magna ‘Galileo Galilei’, 2-3 marzo 2007

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Dichiarazione finale 

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(traduzione dal testo originale inglese)

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Facendo seguito alle precedenti Conferenze Jean Monnet-ECSA, in collaborazione con la Commissione Europea,  svoltesi a Bruxelles a partire dal 2002, il Progetto Europeo di Ricerca su “Il ruolo del dialogo interculturale per lo sviluppo di una nuova (plurale, democratica) cittadinanza”, promosso da una rete di Cattedre Jean Monnet, di Associazioni per lo studio della Comunità Europea, ECSA, e di Poli europei d’eccellenza Jean Monnet ha prodotto un ricco risultato, approfondite riflessioni e dibattiti tra accademici, operatori e studenti.

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Siamo convinti che un vero Dialogo interculturale comporta l’esercizio di importanti virtù democratiche:

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  1. la virtù cognitiva (cognitive virtue):
    se le opinioni non sono rigide in partenza, un dialogo aperto può dar luogo a nuovi, più appropriati e articolati punti di vista e incrementare la conoscenza reciproca;
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  2. la virtù civica (civic virtue):
    il dialogo interculturale forma cittadini ‘migliori’ (più informati, attivi, responsabili) e abbassa la propensione all’intolleranza e ai comportamenti violenti;
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  3. la virtù del governare (governance virtue):
    i processi e le decisioni in grado di coinvolgere tutti i segmenti della società mediante la partecipazione attiva dei cittadini, rafforzano la comunità politica e la arricchiscono di maggiore legittimazione e di più efficace capacità decisionale.
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Consapevoli dell’importanza di un approccio equilibrato alla costruzione politica del futuro dell’Unione Europea per tutti i suoi cittadini “nella reciproca fiducia” (confidence-building),

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Ci dichiariamo convinti che:

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1.       tutti gli uomini e tutte le donne sono creati eguali e hanno il diritto a piene ed eguali opportunità. L’Unione Europea ha la responsabilità di perseguire il Bene comune di tutti, non soltanto di coloro che si trovano al suo interno ma anche di coloro che sono nei suoi “dintorni” (Neighbours), vicini e lontani;

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2.       questa responsabilità dell’UE deve essere condivisa con i suoi partners. In una società diversificata e pluralista, il primo imperativo del governare democraticamente è quello della partecipazione e il diritto di tutti gli individui e di tutte le collettività deve essere preso in rispettosa considerazione nel perseguimento di ciò che il bene comune richiede, per la massima coesione nella piena solidarietà;

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3.       il paradigma dei Diritti Umani, al suo più alto livello di realizzazione possibile, sta a fondamento dello sviluppo integrale di ogni persona umana;

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4.       il genuino e rispettoso Dialogo Interculturale è la necessaria arte e il necessario strumento per individuare e perseguire il Bene Comune;

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5.       insieme, attraverso e al di là degli Stati e dei Popoli membri dell’Unione Europea, possiamo realizzare l’idea della Cittadinanza Plurale e Inclusiva, radicata nei Diritti Umani, nei valori comuni e nel perseguimento del Bene comune;

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6.       l’idea della Cittadinanza Inclusiva, praticata nelle città, ad ogni livello, in ogni ambito di decisione e in seno alla Società Civile, in particolare nel Partenariato Euro-Mediterraneo, implica: (1) la non esclusione pregiudiziale di qualsiasi sistema di fede o di valori dal partecipare nei processi decisionali e dalle politiche e azioni che promuovono e salvano la vita, (2) il principio fondamentale di “non dominanza”;

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7.       in questo modo continueremo a scoprire che ciò che ci unisce è molto più consistente di ciò che può dividerci;

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8.       gli Stati e i Popoli dell’Unione Europea vogliono coinvolgersi  pienamente in un dialogo orientato all’azione e a considerare di concepire, quale impegno da condividere con i propri partners, nuovi meccanismi per sviluppare la cittadinanza. Accogliamo con favore l’iniziativa di Dialogo Preventivo (pre-emptive dialogue) proposta dal Ministro degli Esteri della Repubblica di Malta, Michael Frendo,  e siamo determinati a esplorare ogni opportunità, in qualsiasi settore, per la sua realizzazione;

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9.       qualsiasi reale o supposta mancanza di principi o di valori morali o di ‘doppi standards’ può superarsi e l’Unione Europea deve dare appropriata testimonianza del suo impegno e della sua fedeltà ai valori che ineriscono alla Cultura Europea e ai suoi fondamenti politici, sociali e morali;

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10.     questa apertura alla Cittadinanza Universale, Eguale e Inclusiva e il coerente impegno degli Stati e dei Popoli dell’Unione Europea possono condurre, se messi reciprocamente in atto attraverso un genuino dialogo e l’impegno per valori condivisi, ad un nuovo livello di unità nella diversità.

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Tradurre insieme i valori in azioni attraverso il dialogo rafforzerà e renderà irreversibile le partnerships basate sulla cittadinanza nel perseguimento del Bene Comune.

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Padova, 3 Marzo 2007

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Conference on “Intercultural Dialogue for the Development of a New (Plural, Democratic) Citizenship”

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University of Padova, Aula Magna ‘Galileo Galilei’, March 3, 2007

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FINAL DECLARATION

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In recognition and follow-up of previous Jean Monnet Conferences the European Research Project: “The Role of Intercultural Dialogue for the Development of a New (Plural, Democratic) Citizenship”, promoted by a network of Jean Monnet Chairs, European Community Studies Associations and Jean Monnet Centres of Excellence, resulted in a rich outcome, deep reflection and debate between academics, practitioners and students.

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Furthermore we are convinced that true Intercultural Dialogue brings about substantial democratic virtues: 

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1. The cognitive virtue

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Meaning that, if opinions are not fixed, open dialogue gives rise to new, better-articulated points of view and increased mutual knowledge

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2. The civic virtue

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Meaning that intercultural dialogue forms “better” (more informed, active, and responsible) citizens and lowers propensity to intolerance and violent behaviour

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3. The governance virtue

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Meaning that processes and decisions involving all segments of society through active citizen participation lead to a stronger polity with greater legitimacy and more effective policy-making

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Aware of the importance of a balanced approach to a polity and confidence-building process of the future of the EU for all its citizens

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We Declare our Conviction:

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1. That all men and women are created equal and have the right to full and equal opportunity. That the EU has the responsibility to pursue the common good of all, not only of those within it but also in its “Neighbours”, near and far.

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2. That this responsibility is a responsibility shared with its partners. That in a diverse, pluralist “society”, the first imperative and the over-riding principle of democratic governance is participation and the right of all individuals and collectivities to be taken into respectful consideration in the pursuit of what the common good requires, for maximum cohesion with full solidarity.

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3. That the Human Rights Paradigm, at its highest possible level of attainment, is the basis for the integral development of each human person.

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4. That real and respectful Intercultural Dialogue is the necessary art and instrument for identifying and pursuing the common good.

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5. That together, across and beyond the European Union’s Member States and Peoples, we can realize the idea of plural and inclusive citizenship, rooted in human rights, common values and the pursuit of the common good.

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6. That the idea of inclusive citizenship, practised in the cities, at all levels, in all fora of decision-making and in Civil Society, in particular in the Euro-Med Partnership, implies (1) the exclusion of no-one and of no belief or value system from participating in decision-making and from life-enhancing or even life-saving policies and actions and (2) the fundamental principle of “non-domination”.

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7. That in this way we will continue to discover that there is more that unites us than can divide us.

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8. That the European Union’s Member States and Peoples are willing to engage fully in action-oriented dialogue and to consider devising as a joint venture with their partners new mechanisms for developing citizenship. That we welcome the initiative of “pre-emptive” Euro-Arab dialogue proposed by the Minister of Foreign Affairs of Malta, Dr. Michael Frendo, and determine to explore every such opportunity across all areas.

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9.  That any and all reality or perception of lack of principle or moral values, or of “double standards” can be allayed, and proper witness be given by the European Union of its commitment to the values inherent in European Culture and its political, social and moral foundations.

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10. That this openness to universal, equal and inclusive citizenship and this coherence on the part of the Union’s Member States and Peoples can lead – if reciprocated through full dialogue and commitment to shared values – to a new level of unity in diversity. Translating values into action together through dialogue will strengthen and render irreversible citizenship-based partnerships in the pursuit of the common good.

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Padova, the 3rd of March 2007

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The Athens Research Team

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The Lodz Research Team

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The Malta Research Team

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The Padua Research Team