Messaggio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani in occasione della giornata mondiale dei diritti umani


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Per celebrare il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, Navi Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, richiama nel suo messaggio la necessità di un impegno quotidiano da parte di tutti per tradurre in realtà concreta i principi sanciti nella Dichiarazione. Deplorando il fatto che ancora oggi esistono milioni di persone nel mondo che non solo soffrono per violazioni dei diritti umani, ma che, spesso, sono anche inconsapevoli di avere dei diritti inalienabili da far valere nei confronti di Stati e di altri attori non-statali, l’Alto Commissario accoglie con soddisfazione la designazione del 2009 come Anno internazionale per l’educazione ai diritti umani, esprimendo l’auspicio di riuscire a diffondere il più possibile i valori riconosciuti nella Dichiarazione tramite l’insegnamento e l’educazione.

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Messaggio dell'Alto Commissario

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 Il 10 Dicembre segna il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, un singolo breve documento di 30 articoli che ha probabilmente avuto l’impatto sul genere umano piu’ significativo di qualsiasi altro documento nella storia moderna.

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Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, politici, diplomatici, giornarnalisti, attivisti e – soprattutto – la gente comune volle evitare che una guerra simile potesse nuovamente colpire, il che significava affrontarne le cause e allo stesso tempo le conseguenze. Erano determinati a impedire che si verificasse un altro Olocausto nel mondo e a garantire a ognuno – specialmente ai poveri, agli affamati, ai profughi e ai marginalizzati – un sistema in grado di sostenerli, e un quadro legale internazionale capace di proteggerli.

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Nel fruttuoso periodo della fine degli anni ’40 presero vita molti dei più rilevanti strumenti giuridici e furono create istituzioni internazionali, tra cui le stesse Nazioni Unite; ma la Dichiarazione Universale occupa un posto davvero speciale.

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Per la prima volta tutti i diritti umani – civili, culturali, economici, politici e sociali – vennero riconosciuti come appartenenti intrinsecamente a tutto il genere umano, piuttosto che venire considerati come un dono conferito loro in modo magnanimo, o al contrario negato, dal destino, dal fato o dal capriccio del regime al potere.

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Il suo approccio visionario, ma anche totalmente fondamentale, puo’ essere meglio illustrato utilizzando le stesse parole della Dichiarazione: “Tutti gli esseri nascono liberi ed uguali in dignità e diritti…ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona… Tutti sono uguali davanti alla legge.” La Dichiarazione elenca poi una serie di diritti specifici, che spaziono dal diritto a non subire torture, alla diritto di liberta’ di opinione, espressione e religione, fino a diritti sociali, economici, culturali chiave come l’educazione, la salute, il diritto di eguale salario per eguale lavoro.

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Ad ogni individuo, sancisce la Dichiarazione, spettano tali diritti “senza distinzione alcuna per ragioni di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro genere…”

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Oggi, i principi presenti nella Dichiarazione Universale sono richiamati nelle Costituzioni e nelle leggi di piu’ di 90 paesi. Meccanismi internazionali, regionali e nazionali appositi, tra cui l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani e il Consiglio per i Diritti Umani con i suoi esperti indipendenti, sono stati creati per monitorare, promuovere, proteggere e sviluppare ulteriormente i diritti umani.

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Dappertutto, un numero sempre crescente di giornalisti, ONG e altri attori della società civile vigilano sui propri governi affinchè ci sia un rispetto sempre crescente dei diritti umani. Con l’avvento di internet, la violazione e gli abusi segreti dei diritti dei cittadini sono diventati sempre più difficle e coloro che decidono di denunciare abusi di questo tipo hanno nelle loro mani strumenti sempre più efficaci.

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Nonostante ciò, per troppe persone la Dichiarazione Universale rimane una promessa non mantenuta, dal momento che la volontà politica degli Stati di adempiere alle proprie obbligazioni è in forte ritardo rispetto agli impegni assunti.

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Esiste il rischio particolare che, con il prodursi degli effetti dell’attuale crisi finanziaria, si verifichi un inasprimento delle condizioni già disagevoli dei più poveri e dei marginalizzati del mondo. La povertà è al tempo stesso causa e risultato della violazione dei diritti umani ed è nostro dovere vigilare nei mesi a venire sull’attuazione dei programmi di sviluppo e affinchè la rete di sicurezza sociale sia messa in atto o potenziata, onde evitare che la crisi diventi una tragedia.

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Malgrado l’attuale paura e insicurezza, trovo incoraggiante l’enorme attenzione portata sul tema dei diritti umani grazie agli innumerevoli eventi celebrativi del 60° anniversario che si sono svolti per tutto l’anno corrente. Dovunque nel mondo, organizzazioni di volontari, istituzioni, insegnanti, studenti, politici e media si sono concentrati sulla Dichiarazione Universale e sulla sua attuale pertinenza nel mondo di oggi. Ma non possiamo fermarci qui. Sessanta anni dopo, siamo ancora molto lontani dal raggiungimento degli obiettivi inclusi nella Dichiarazione.

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Più di dieci milioni di persone nel mondo non hanno ancora la consapevolezza dei propri diritti, e del fatto che i governi sono garanti di questi diritti e di una copiosa serie di organismi che se ne occupano, fondati sia sul diritto nazionale sia su quello internazionale.

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Nonostante gli sforzi compiuti nei precedenti sessanta anni, molte persone ignoreranno questo anniversario, ed è essenziale che noi continuiamo questo sforzo per includere sempre più persone nella rivendicazione dei propri diritti.

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Per questa ragione, dò un caldo benvenuto alla decisione di dichiarare il prossimo anno Anno Internazionale dell’Apprendimento dei Diritti Umani. E vorrei altresì incoraggiare ministri, istituzioni, insegnanti, genitori e tutti coloro che sono in una posizione di responsabilità a cogliere questa opportunità per assicurare che alle generazioni future sia data la possibilità di rivendicare ciò che fu promesso loro nello straordinario documento conosciuto come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.

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