Missione in Russia della Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani
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Tra il 19 ed il 24 febbraio, Louise Arbour - Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani - ha condotto la sua seconda missione nella Federazione Russa, dedicata in particolare alla visita di regioni del Caucaso del Nord quali l’Ingushezia, la Repubblica cecena ed il Nord Ossezia.
-Nel comunicato stampa emesso al termine della visita – che ha visto la Arbour incontrare anche il Presidente Putin, il Ministro degli Esteri Lavrov e l’Ombudsman federale Lukin – la Alto Commissario afferma di “comprendere e condividere” la volontà dei rappresentanti di ONG attive in Russia di assicurare che il loro spazio d’azione sia garantito, in riferimento in particolare alla recente legislazione approvata dalla Duma relativa al controllo governativo (rafforzato) sull’azione delle organizzazioni della società civile, l’aumento del numero di episodi di odio razziale, la brutalità delle forze armate ed il trattamento degli immigrati tra regioni e Repubbliche diverse della Federazione e provenienti dall’esterno della Russia.
-Tuttavia, è alla situazione dei diritti umani nella Repubblica cecena, che Louise Arbour rivolge in particolare la propria attenzione, osservando che: “[lasciando la regione] l’impressione è quella che, nonostante la ricostruzione fisica ed istituzionale in corso, la Repubblica non sia ancora in grado di passare dallo stadio di società amministrata dalla forza a quello di comunità retta dallo stato di diritto”. Se la Alto Commissario afferma di essere preoccupata per l’integrità e la correttezza delle autorità pubbliche, due fenomeni – che trovano riscontro nelle denunce della società civile ma anche nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo – rappresentano motivo di particolare attenzione: l’uso della tortura al fine di estorcere confessioni ed informazioni e le forme d’intimidazione nei confronti di coloro che depositano denunce penali nei confronti di pubblici ufficiali.