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“More than a human can bear”: Rapporto della Commissione d'Inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite sul Territorio Palestinese Occupato sulla violenza sessuale, 13 marzo 2025

Famiglie fuggono dal loro quartiere distrutto, Tal al-Hawa, per cercare rifugio nella Striscia di Gaza meridionale.
© UNICEF/Eyad El Baba

Il 13 marzo 2025, la Commissione d'Inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite sul Territorio Palestinese Occupato, inclusa Gerusalemme Est, e Israele, incaricata dal Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU di indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, ha pubblicato il rapporto "More than a human can bear": l'uso sistematico da parte di Israele della violenza sessuale, riproduttiva e di altre forme di violenza di genere dal 7 ottobre 2023 (A/HRC/58/CRP.6).

La Commissione Indipendente, dopo aver esaminato la distruzione e la violenza sproporzionata contro donne e bambini come metodo di guerra, presenta dettagliate accuse di diffusa violenza sessuale e di genere perpetrata dalle forze israeliane contro i palestinesi, dal 7 ottobre 2023.

Il rapporto sostiene che queste azioni fanno parte di una strategia più ampia per ostacolare l'autodeterminazione palestinese, terrorizzando e opprimendo la popolazione, e accusa Israele di atti che costituiscono genocidio attraverso la distruzione di strutture sanitarie sessuali e riproduttive a Gaza.

La Commissione ha investigato anche le diverse forme di violenza sessuale e di genere nei confronti di uomini e donne, con l'intento di opprimere e distruggere la popolazione palestinese in tutto o in parte.

I risultati della Commissione indicano che forme più gravi di violenza sessuale, come lo stupro e l'aggressione genitale, sarebbero state commesse su ordini espliciti o con l'incoraggiamento implicito dei vertici civili e militari israeliani. Il rapporto evidenzia anche il clima di impunità riguardo ai crimini sessuali commessi dai coloni israeliani in Cisgiordania.

Inoltre, la distruzione delle strutture sanitarie sessuali e riproduttive a Gaza ha portato a morti per complicazioni legate alla gravidanza e al parto a causa della mancanza di accesso all'assistenza sanitaria riproduttiva e agli aiuti umanitari.

Il rapporto dichiara che queste azioni equivalgono ad atti genocidi, come definiti dallo Statuto di Roma e dalla Convenzione sul Genocidio, "infliggendo deliberatamente condizioni di vita calcolate per provocare la distruzione fisica dei palestinesi e imponendo misure intese a prevenire le nascite".

Navi Pillay, Presidente della Commissione, afferma che la mancanza di assistenza sanitaria insieme alla fame come metodo di guerra "non solo hanno causato gravi danni fisici e mentali immediati e sofferenze a donne e ragazze, ma effetti irreversibili a lungo termine sulla salute mentale e sulle prospettive riproduttive e di fertilità dei palestinesi come gruppo".

Come conseguenza di questi crimini e come risultato della strategia israeliana, la Commissione ha riscontrato un aumento senza precedenti dei decessi femminili a Gaza.

Il rapporto si conclude con una serie di raccomandazioni allo Stato di Israele, che includono la fine delle occupazioni e degli attacchi ai civili, il ripristino e la garanzia d'accesso alle strutture sanitarie riproduttive, la cessazione di tutte le forme di violenza sessuale e di genere, l'implementazione di protocolli per combattere la discriminazione basata sul genere e la nazionalità, e l'indagine e il perseguimento di questi crimini.

Il rapporto contiene anche raccomandazioni rivolte a tutti gli Stati membri della comunità internazionale affinché rispettino tutti gli obblighi legali internazionali e le vie di responsabilità secondo il diritto interno o la giurisdizione universale e affinchè sostengano il lavoro della giustizia internazionale; e che gli Stati Parti della Corte Penale Internazionale assicurino il pieno rispetto dei mandati di arresto emessi dalla Corte.

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