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Nazioni Unite: "Anatomia di un genocidio", Rapporto della Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese (2024)

Francesca Albanese, Special Rapporteur on the situation of human rights in the Palestinian Territory occupied since 1967, briefs reporters at UN Headquarters.
© UN Photo/Mark Garten

Il 26 marzo 2024, la Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, ha presentato, presso il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, il suo Report "Anatomia di un Genocidio". 

Dopo quasi sei mesi di assalto da parte di Israele a Gaza, Francesca Albanese presenta le conclusioni del suo studio. Ci sono ragionevoli motivi per credere che la soglia per la commissione del crimine di genocidio sia stata raggiunta.

Di seguito riportiamo la traduzione della parte introduttiva del Rapporto.

 

Introduzione

1. In questo rapporto, Francesca Albanese, Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, affronta la questione del crimine di genocidio così come perpetrato dallo Stato di Israele (“Israele”) nei Territori Palestinesi Occupati, nello specifico nella Striscia di Gaza, dal 7 ottobre 2023. Dal momento che Israele le proibisce le visite sul campo, questo rapporto si basa su dati e analisi delle organizzazioni sul posto, giurisprudenza internazionale, rapporti investigativi e consultazioni con individui coinvolti, autorità, società civile ed esperti.

2. La Relatrice Speciale condanna fermamente i crimini commessi da Hamas ed altri gruppi armati palestinesi in Israele il 7 ottobre e sollecita una presa di responsabilità ed il rilascio degli ostaggi. Questo rapporto non esamina teli eventi, in quanto fuori dallo scopo geografico del suo mandato. Il rapporto non esamina neanche la situazione in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.

3. Da quando ha istituito l'assedio su Gaza nel 2007, che ha inasprito la chiusura imposta dal 1993, Israele, la potenza occupante, ha condotto cinque aggressioni di significativa portata prima di quella attuale.

4. Al nono giorno, questo attacco aveva già causato più morti (2.670) della precedente e più mortale guerra di Israele contro Gaza nel 2014 (2.251). In questo rapporto riescono ad essere inclusi solo una frazione delle uccisioni di massa, dei danni gravi e delle spietate e letali condizioni inflitte ai palestinesi nei successivi cinque mesi di aggressione.

5. Esperti indipendenti delle Nazioni Unite, accademici e Stati, incluso il Sud Africa dinanzi alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG), hanno segnalato che gli atti commessi in questo ultimo attacco possono costituire genocidio. La CIG ha concluso che c’è un rischio plausibile di “pregiudizio irreparabile” ai diritti dei palestinesi a Gaza, un gruppo protetto dalla Convenzione contro il genocidio ed ha ordinato ad Israele, inter alia, di “prendere tutte le misure in suo potere” per prevenire gli atti genocidari, prevenire e punire l’incitamento al genocidio ed assicurare l’urgente aiuto umanitario.

6. In sua difesa, Israele ha obiettato che la propria condotta è in linea con il diritto internazionale umanitario. Un dato fondamentale di questo rapporto è che Israele ha strategicamente invocato il quadro del diritto internazionale umanitario come “camuffamento umanitario” per legittimare la violenza genocidaria a Gaza.

7. Il contesto, i fatti e le analisi presentate in questo rapporto conducono alla conclusione che ci siano fondati motivi per credere che la soglia che indica la commissione di un genocidio da parte di Israele sia raggiunta. Più in generale, indicano anche che le azioni di Israele sono state guidate da una logica di genocidio fondamentali al suo progetto coloniale di insediamento in Palestina, segnalando una tragedia preannunciata.

Il rapporto completo è consultabile nel link a fine pagina.

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