Nazioni Unite: gruppo di esperti indipendenti in materia di diritti umani chiede lo stop al massacro di civili in Libia
Un gruppo di esperti indipendenti e rappresentanti speciali delle Nazioni Unite in materia di diritti umani ha preso una netta posizione contro il massacro di civili da parte delle autorità libiche, affermando che il potere non può essere sostenuto uccidendo delle persone e che l'insieme delle violazioni gravi dei diritti umani commesse in questi giorni in Libia potrebbe equivalere a crimini contro l'umanità. Nella propria dichiarazione comune il gruppo di esperti ha sottolineato, in particolare, che l'adozione di tattiche come l'utilizzo di munizioni per annientare i dissidenti è inaccettabile.
Secondo il Relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Christof Heyns, tali atti non potranno restare impuniti e se i rapporti sull'uso di arei militari per attaccare i dimostranti si rivelassero corretti, ciò solleverebbe implicazioni ancora più gravi per i crimini commessi dal Governo della Libia contro il suo stesso popolo.
Il Presidente-Relatore del Gruppo di lavoro sull'utilizzo dei mercenari, José Luis Gómez del Prado, ha espresso il proprio sgomento di fronte ad indicazioni relative al presunto coninvolgimento di "mercenari" stranieri nell'uccisione dei dimosranti, definendola una attività totalmente riprovevole.
Il Relatore speciale sulla tortura e altri trattamenti o punizioni inumani e degradanti, Juan Méndez, ha definito l'uso della forza da parte delle autorità libiche contro i dimostranti come spaventoso, oppressivo, illegittimo ed ingiustificabile. Il Relatore ha inolte sottolinato che è importante che le autorità libiche realizzino che i responsabili di tali azioni potranno essere peseguiti dai meccanismi di giustizia internazionale penale e attraverso l'esercizio della giurisdizione universale.
Gli esperti hanno espresso la propria preoccupazione in relazione all'arresto arbitrario di individui, compresi avvocati, difensori dei diritti umani e giornalisti. In particolare, il Presidente-Relatore del Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria, Malick El Hadji Sow, ha chiesto alle autorità di astenersi da tali pratiche come mezzo per sopprimere i dissidenti.
Hanno aderito alle dichiarazioni del gruppo anche la Relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani, Margaret Sekaggya, e il Relatore speciale sul diritto alla libertà di opinione ed espressione, Frank la Rue. Quest'ultimo ha dichiarato inoltre deplorevoli i tentativi di limitare la diffusione di informazioni sulle atrocità commesse tagliando le linee telefoniche, l'accesso ad internet e limitando la copertura dei media.
Il gruppo ha inoltre appoggiato la richiesta di condurre un'indagine internazionale sulle violenze commesse in Libia effettuata dall'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navy Pillay e ha affermato di essere pronto a fornire la competenza necessaria per assicurare che sia servito l'interesse della giustizia.