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La diversità, in tutte le sue espressioni, da quella culturale a quella biologica, è considerata, a livello internazionale, una ricchezza da riconoscere e valorizzare.
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L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato, nel 2000, il 22 maggio “Giornata internazionale per la diversità biologica” e, nel 2002, il 21 maggio “Giornata internazionale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo”.
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Di grande importanza per capire il significato della “Giornata internazionale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo” è la Convenzione sulla Protezione e la Promozione delle diversità di Espressione Culturale, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO nel 2005 ed entrata in vigore nel 2007. La Convenzione contiene la definizione di dialogo interculturale: “Per "interculturalità" s’intendono l’esistenza e l’interazione paritaria di diverse culture e la possibilità di generare espressioni culturali condivise mediante il dialogo e il rispetto reciproco”.
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Ancora prima, con la Dichiarazione Universale sulla diversità culturale, adottata durante la 31° sessione della Conferenza Generale del 2001, all’art.3, la diversità culturale è considerata fattore di sviluppo: “La diversità culturale amplia le possibilità di scelta offerte a ciascuno; è una delle fonti di sviluppo, inteso non soltanto in termini di crescita economica, ma anche come possibilità di accesso ad un’esistenza intellettuale, affettiva, morale e spirituale soddisfacente”.
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La diversità biologica, invece, viene celebrata per richiamare l’attenzione sull’importanza che questa tematica ha rispetto allo sviluppo umano. Quest’anno la Giornata internazionale è dedicata al tema “Biodiversità e agricoltura”, con particolare riferimento alle pratiche agricole ed al rafforzamento di piani e strategie nazionali e locali previste dalla Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica del 1992. In particolare la tematica scelta per questa occasione mira a sottolineare l'importanza di un’agricoltura sostenibile, non solo per preservare la biodiversità, ma anche con l’obiettivo di garantire che saremo in grado di sfamare il mondo e di migliorare il benessere umano nel 21° secolo e oltre.
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Sul tema si rinvia anche all’articolo “Cultural Diversity and Biodiversity” pubblicato nel sito UNESCO.