Nazioni Unite: la libertà di espressione e il diritto all’informazione negati durante la pandemia COVID-19
Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite David Kaye ha manifestato, nella sua ultima relazione del 23 aprile 2020 al Consiglio Diritti Umani, grande preoccupazione circa le limitazioni imposte alla libertà di espressione e al diritto all’informazione durante l’emergenza sanitaria COVID-19.
Kaye ha espresso la sua preoccupazione riguardo quei paesi, tra cui Bielorussia, Cambogia, Cina, Iran, che per salvaguardarsi hanno attuato delle misure di censura alla libera circolazione di informazioni relative alla pandemia.
Il Relatore Speciale ha quindi raccomandato i governi a: rafforzare l’accesso alle informazioni condividendo il decorso della malattia e gli strumenti consigliati per proteggere se stessi e gli altri; porre fine alle limitazioni all’accesso ad Internet; astenersi da ogni attacco ai media rilasciando i giornalisti attualmente detenuti; cooperare con le aziende di social media per bloccare la pratica di disinformazione; garantire che le misure di vigilanza in materia di sanità pubblica siano coerenti con le norme giuridiche in atto e non discriminatorie.
David Kaye è stato nominato Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla libertà di opinione ed espressione nel 2014. Egli si occupa monitorare l’adeguatezza degli sviluppi normativi e politici degli Stati Membri rispetto agli standard internazionali per il diritto alla libertà di opinione ed espressione.