Consiglio diritti umani

Nazioni Unite: presentato al Consiglio diritti umani il rapporto del Relatore Speciale sul diritto all'acqua

Gruppo di donne in abiti colorati al punto di distribuzione dell'acqua nel Nord Darfur. La fonte d'acqua più vicina si trova ad una distanza di un'ora e mezza; gli asini sono di solito usati per il trasporto dell'acqua al villaggio.
© UNAMID

Il 15 settembre 2011 il relatore speciale sul diritto umano all'acqua, Catarina de Albuquerque, ha presentato il suo rapporto al Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite.

Il tema centrale del rapporto è la pianificazione locale e nazionale per la realizzazione del diritto all'acqua e ai servizi d'igiene. Il Relatore Speciale mette in evidenza alcuni schemi significativi di pianificazione ed insiste sull'importanza di integrare i diritti umani in tutte le fasi del processo di pianificazione: dalle prime analisi e diagnosi, alla definizione degli obiettivi e alla formulazione e implementazione di appropriate misure per il monitoraggio e la valutazione.
Il Relatore individua un certo numero di fattori che possono contribuire ad una pianificazione efficace, quali ad esempio: sani contesti giuridici e sane istituzioni, accesso alla giustizia e chiara assegnazione delle responsabilità, finanziamento adeguato, partecipazione e trasparenza, non discriminazione ed eguaglianza.

I punti fondamentali della sua riflessione, sulla cui base sono state articolate le raccomandazioni per gli Stati, sono riferiti qui di seguito:

Creare uno schema di riferimento per individuare le priorità
L'approccio diritti umani non può sempre dare una sola risposta su come individuare le priorità negli interventi. Si pensi al caso in cui non tutta la popolazione può essere raggiunta allo stesso momento, ad esempio, quando si tratta di distribuire le risorse tra le diverse aree rurali remote e le slum urbane. Tuttavia, ciò che gli standard e i principi insiti nell'approccio diritti umani suggeriscono è che le decisioni relative all'allocazione delle risorse non siano basate unicamente sull'analisi costi-benefici ma siano il risultato di un processo democratico, partecipativo e non discriminatorio.

Creare un sistema di riferimento per piani ambiziosi ma realistici
Se da una parte l'obiettivo finale deve essere la copertura universale, dall'altra, la nozione di realizzazione progressiva adatta tale obiettivo alla situazione di ogni paese. Tuttavia, gli Stati devono utilizzare il massimo delle risorse disponibili per la realizzazione del diritto all'acqua e ai servizi igienici, rivolgendosi all'assistenza internazionale se necessario. La realizzazione progressiva implica anche il miglioramento dei servizi forniti.

Assicurare la sostenibilità
L'approccio diritti umani richiede un piano coerente ed inclusivo che enfatizzi le cause strutturali e gli errori sistemici che limitano l'accesso all'acqua e ai servizi igienici. Ciò richiede un'analisi di come le leggi, le norme sociali, le pratiche tradizionali, le strutture e le azioni istituzionali influenzino l'accesso a tali diritti. L'approccio diritti umani non mira a curare solo i sintomi – cioè la mancanza di accesso ai servizi – ma ad affrontare le cause per ottenere risultati più sostenibili.

Porre l'accento sul principio di responsabilità
L'approccio diritti umani di per sé mette forte enfasi sul principio di responsabilità. Il quadro giuridico fornisce la base del principio di responsabilità poiché permette ad ogni persona di rivendicare i propri diritti sulla base di norme legalmente vincolanti. Questo quadro deve includere obiettivi sostenuti da dati rilevanti e affidabili e che riflettono l'impegno dello Stato e per i quali il governo può essere ritenuto responsabile.

 

La realizzazione del diritto all’acqua e ai servizi d’igiene richiede che tali servizi siano disponibili, fisicamente ed economicamente accessibili, sicuri e accettabili. Ma molti altri e complessi sono i temi collegati: la marginalizzazione dei gruppi più vulnerabili, la partecipazione, l’empowerment, il principio di responsabilità e la trasparenza. Il mandato del Relatore Speciale è di esaminare questi temi cruciali e di indirizzare raccomandazioni ai governi, alle Nazioni Unite e ad altri soggetti interessati. Catarina de Albuquerque è stata nominata Relatore speciale sul diritto umano all'acqua nel settembre del 2008.

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