NGO Working Group on Women, Peace and Security: una roadmap della società civile verso Donne Pace e Sicurezza 2020
Nell’ottobre 2020 donne attiviste, costruttrici di pace e difensore dei diritti umani, insieme agli Stati membri e alle agenzie delle Nazioni Unite, celebreranno il 20° anniversario dell'adozione della risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza dell'ONU e dell'istituzione dell'agenda DPS. Sebbene siano passati vent’anni dalla sua adozione, molta strada resta ancora da fare.
L’NGO working group on women, peace and security (gruppo attivo su questo tema) ha elaborato una 2020 Civil Society Roadmap on Women, Peace and Security, una roadmap della società civile che fornisce raccomandazioni alle Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza e ai suoi Stati membri su come portare avanti nel 2020 e nel futuro l’attuazione dell’agenda Donne Pace e Sicurezza.
Sebbene progressi siano stati fatti nel riconoscere il ruolo critico dell’uguaglianza di genere nel raggiungimento di una pace duratura, le donne restano ancora escluse dai processi decisionali che determinano il loro futuro. Continuano senza sosta anche gli attacchi ai diritti umani e a coloro che li difendono, persistenti sono le minacce che incombono sul lavoro e la sicurezza delle difensore dei diritti umani e delle peacebuilders.
A quasi cinque anni dalle tre revisioni del settore pace e della sicurezza del 2015, solo il 50% delle raccomandazioni su Donne Pace e Sicurezza dirette alle Nazioni Unite hanno iniziato ad avere attuazione mentre solo due raccomandazioni su 30 sono state pienamente attuate (S/2019/800). Tra le lacune si riscontrano: un approccio selettivo all’agenda DPS da parte del Consiglio di Sicurezza e una mancanza di responsabilità per un’attuazione significativa dell’agenda; l'incapacità di incorporare l'analisi intersezionale e di genere nell’analisi dei conflitti nei rapporti del Segretario Generale; la strumentalizzazione in seno al Consiglio di Sicurezza delle esperienze delle donne e delle violazioni dei diritti delle donne che vengono utilizzate per illustrare la gravità di specifiche situazioni di conflitto e giustificare determinate azioni del Consiglio, o per promuovere in modo significativo la protezione dei diritti delle donne.
Inoltre - si sottolinea all’interno del documento - l'attuale pandemia Covid-19 amplifica le disparità di genere, razziali, economiche e politiche esistenti e incide sulle persone più emarginate, tra cui persone con diversi SOGIESC, persone con disabilità, anziani, poveri e sfollati. Le donne sono colpite dal loro ruolo di assistenti o operatrici sanitarie e spesso hanno meno probabilità di essere in grado di soddisfare i propri bisogni a causa delle disuguaglianze strutturali.
Il documento si conclude con un invito all'azione rivolto alle Nazioni Unite, al Consiglio di sicurezza e agli Stati membri a raddoppiare il loro impegno per l’attuazione dell'agenda DPS, difendere l'intera portata dei diritti umani e aumentare gli sforzi per affrontare chiaramente le lacune esistenti.