ONU: "Gaza non ha più tempo" - gli esperti delle Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco per evitare il genocidio
"Gaza non ha più tempo", avvertono gli esperti delle Nazioni Unite, chiedendo un cessate il fuoco per evitare il genocidio dei Palestinesi, in seguito ai ripetuti attacchi subiti da Gaza da parte dell’esercito Israeliano, che spingono a chiedere urgentemente un'azione per prevenire ulteriori sofferenze e affrontare la catastrofe umanitaria nella regione.
Il 31 ottobre 2023, gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira il campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, causando un elevato numero di vittime e feriti.
La crisi a Gaza ha portato a una situazione umanitaria disastrosa, con la mancanza di beni di prima necessità come cibo, acqua, medicine e carburante. L'assenza di carburante e l'interruzione delle infrastrutture idriche hanno reso difficile per la popolazione l'accesso all'acqua potabile.
Più di 1,4 milioni di persone a Gaza sono sfollate all'interno del Paese e hanno cercato rifugio in uno dei 150 rifugi di emergenza dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (UNRWA).
L'UNRWA riferisce che più di 70 operatori delle Nazioni Unite hanno perso la vita a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza.
Sono state sollevate preoccupazioni per la sicurezza degli operatori ONU e umanitari, degli ospedali, delle scuole e dei giornalisti a Gaza, che svolgono un ruolo cruciale nel fornire servizi essenziali e nel riferire sulla situazione.
Gli esperti chiedono un'azione immediata e un cessate il fuoco per rispondere ai bisogni urgenti della popolazione di Gaza, compreso il rilascio di tutti i civili tenuti prigionieri dall'attacco dei militanti di Hamas alle comunità israeliane il 7 ottobre.
Il 27 ottobre 2023 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione volta a proteggere i civili e a rispettare gli obblighi legali e umanitari, fornendo un quadro per affrontare la situazione a Gaza.
Gli esperti sottolineano l'importanza che tutte le parti coinvolte nel conflitto rispettino gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e dai diritti umani. Sottolineano che il personale e le strutture umanitarie e mediche siano protetti dal diritto internazionale ed è dovere degli Stati garantire la loro sicurezza e protezione in tempo di guerra.