diritti umani
Rapporto Save the Children: “Un pesante tributo: l’impatto di un anno di guerra sui bambini in Ucraina”
Il rapporto pubblicato da Save The Children il 20 febbraio, dal titolo “Un pesante tributo: l’impatto di un anno di guerra sui bambini in Ucraina”, fa luce sull'impatto fisico e psicologico dello scoppio della guerra su bambine e bambini. Ad un anno dal suo inizio, emergono le gravi conseguenze che la guerra sta avendo sulla crescita dei più piccoli:
- A partire dal febbraio 2022, almeno 18.657 vittime civili sono state sono state verificate dalle Nazioni Unite: 7.110 morti e 11.547 feriti. Le cifre reali sono probabilmente molto più alte.
- La drammatica escalation della guerra in Ucraina da Febbraio 2022 non ha risparmiato nessuno: si stima che, a causa del conflitto, 4 bambini vengano gravemente feriti o uccisi ogni giorno.
- Dall’inizio della guerra bambini e adolescenti sono stati costretti a nascondersi sottoterra per circa 920 ore, pari a 38,3 giorni.
- Nell'ultimo anno l'istruzione è stata posta sotto attacco in Ucraina; al 23 dicembre 2022 sono stati rilevati i seguenti dati: almeno 2.619 istituzioni scolastiche sono state danneggiate e più di 40611 interamente distrutte; ciò vuol dire che una scuola su cinque in Ucraina è stata colpita. Dal settembre 2022, infatti, la didattica a distanza è stata l'unica opzione per milioni di bambini in tutta l'Ucraina. Tuttavia, questa modalità dipende strettamente dall'accesso, da parte dei bambini, ai dispositivi, all'alimentazione e a Internet; meno del 30% dei bambini ha accesso a un dispositivo individuale in Ucraina.
- Almeno 17,7 milioni di persone, tra cui 4,1 milioni di bambini, necessitano di assistenza umanitaria - circa il 45% della popolazione ucraina precedente al 24 febbraio - ed è stata innescata un’ondata di sfollamenti senza precedenti sia all'interno dell'Ucraina che in altri Paesi europei. La maggior parte degli sfollati, sia all'interno che all'esterno del paese, sono donne e bambini.
Il rapporto, infine, chiede un cambio di passo per proteggere, meglio di com’è stato fatto fino ad oggi, i bambini coinvolti nel conflitto. Le eventuali iniziative diplomatiche, ove esistano, devono essere incanalate verso la protezione dei bambini.
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