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Rete Caschi Bianchi/Antenne di Pace: Lettera in ricordo del Professor Antonio Papisca

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© Antenne di Pace

Martedì 16 maggio 2017 improvvisamente si è spento Antonio Papisca, professore emerito dell’Università di Padova, un luminare di fama internazionale in tema di Diritti Umani e non solo.

Per la “Rete Caschi Bianchi”, un insieme di Enti di Servizio Civile che ha declinato l’esperienza del servizio civile all’estero come impegno per la pace e per la difesa dei diritti umani, costruendo un modello di servizio civile all’estero denominato proprio “Caschi Bianchi”, il prof. Papisca è stato un compagno di viaggio prezioso. Fin dall’alba dell’idea profetica che i civili, e fra loro gli obiettori di coscienza al servizio militare, potessero e dovessero intervenire in modo nonviolento nei conflitti era con noi. Il suo apporto ci ha aiutati a pensare e costruire con uno sguardo più lungimirante la figura del Casco Bianco.

Ogni volta che lo abbiamo incontrato è stata l’occasione per considerare un punto di vista in più sull’esperienza che andavamo costruendo. Da Falconara nel ‘94, in occasione della conferenza stampa in cui si annunciava l’imminente partenza di alcuni obiettori di coscienza per l’ex-Yugoslavia ed il prof. Papisca definì i Caschi Bianchi come “coloro che cercano di mettere in pratica un concetto forte di promozione umana, in un certo senso un forte concetto di sicurezza umana”.

Qualche anno più tardi sottolineava il preoccupante abuso dell’aggettivo “umanitario”, fortemente ambiguo tanto da essere addirittura e pericolosamente accostato alla guerra. Diceva: “bisognerebbe sostituire il termine “umanitario” e sostituirlo con “panumano”; Chi oserebbe fare la guerra per l’intervento panumano?"

Per anni, insieme al prof. Papisca, abbiamo sognato e chiesto di realizzare un Corpo Civile di Pace, un “esercito disarmato” che costruisce la pace con la nonviolenza. Tra pochi giorni partirà il primo contingente di giovani membri dei CCP: è la realizzazione di quel sogno che, come Rete, dedichiamo proprio a lui.

Proprio qualche settimana fa, in occasione della conferenza di avvio del primo corso di formazione per formatori di Corpi Civili di Pace il Professore affermava con la sua indimenticabile pacata sicurezza: “I Corpi Civili di Pace sono una preziosa risorsa per un’Italia che voglia proporsi sul piano internazionale con un po’ di coraggio, come attore civile che sa usare il Soft Power, il dialogo, la nonviolenza etc. Una preziosa risorsa… Non vorrei dire un’espressione d’allarme, ma mettendo insieme l’art. 11 della Costituzione, la normativa internazionale […], quella dell’Italia dovrebbe essere una politica estera di neutralità attiva, che non significa fare come Ponzio Pilato ma partecipare attivamente al funzionamento delle Organizzazioni internazionali, all’affermazione del diritto internazionale, a lottare contro a chi rema indietro, in nome dei muri e nazionalismi. Bisogna sferrare un’offensiva di universalismo, tenendo bene a mente che i CCP rappresentano il Paese come le altre missioni. E’ questo il punto veramente emozionante, rappresentano il Paese nella sua aspirazione di tensione all’universalità a servizio dei bisogni reali di tutti i membri della famiglia umana”.

Agli Enti ed alle Istituzioni che stanno realizzando la sperimentazione CCP, la responsabilità di rendere sempre più concrete queste parole. Questo era e rimane il prof Papisca per noi: un fratello maggiore che con umanità e capacità di lettura profetica non farà mai mancare uno stimolo in più per costruire la Pace Positiva.

Grazie Professore

 

La Rete Caschi Bianchi:

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