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UN Women: Pramila Patten ha espresso solidarietà nei confronti delle donne afghane

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La situazione delle donne in Afghanistan, all’indomani della riconquista del paese da parte dei Talebani e del ritiro delle forze militari statunitensi lo scorso 31 agosto, si è seriamente aggravata. Fin dall’inizio i Talebani hanno promesso di promuovere i diritti delle donne afghane nel rispetto della Sharia e di garantire loro un posto nel nuovo governo. Tuttavia, queste promesse non hanno trovato riscontro nella realtà e le donne afghane, che coraggiosamente in questi giorni manifestano per il loro diritti, temono che i progressi fatti negli ultimi 20 anni vadano perduti.

Vista la crescente crisi dei diritti delle donne in Afghanistan, Pramila Patten, Direttrice Esecutiva di UN Women, ha espresso la sua preoccupazione. Secondo Patten, la violenza con cui le manifestazioni sono state represse – e ancor più il fatto che questi atti di violenza siano stati compiuti apertamente e spudoratamente – determinano una chiara escalation nel mancato rispetto dei diritti umani delle donne in Afghanistan. Infatti, come afferma il Comitato CEDAW, la violenza contro le donne rappresenta una violazione dell’intero spettro dei diritti umani delle donne, inclusi il diritto alla libertà di espressione, di movimento, di assemblea e di associazione.

Avendo preso il potere in Afghanistan, sono i Talebani ad avere la responsabilità di rispettare e proteggere i diritti umani delle donne afghane. Pertanto, Patten si è rivolta a loro perché si impegnino a garantire il rispetto dei diritti umani delle donne e delle bambine afgane, pongano fine, monitorino e investighino gli episodi di violenza verificatisi nell’ultimo periodo e si assicurino che sia fatta giustizia. In un clima di generale impunità nei confronti di gravi e flagranti atti di violenza, la credibilità delle promesse dei Talebani di promuovere i diritti umani delle donne risulta infatti profondamente indebolita. È fondamentale, conclude Patten, assicurare urgentemente alle donne afgane il diritto di partecipare alla vita pubblica e politica del paese.

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