UNHCR: al via la campagna “Routine is fantastic", a sostegno delle donne rifugiate
L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha recentemente presentato a Roma la campagna “Routine is fantastic”. La campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi ha l’obiettivo di portare un sostegno concreto ai milioni di donne (rifugiate, apolidi, rimpatriate) che nel mondo rappresentano la parte più debole di popolazioni colpite da guerre o calamità naturali.
L’iniziativa è stata presentata a Roma con un evento dal forte impatto simbolico, per spiegare come cambia la vita di chi d’un tratto si ritrova a fuggire e per far vivere a tutti i presenti l’irruzione della guerra nella vita di ogni giorno. Sono state simulate scene di guerra e bombardamenti in Piazza S. Maria in Trastevere, per trasmettere il messaggio di come la guerra puo’ in un attimo spazzare via la routine di milioni di persone.
La campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sul dramma dei rifugiati, invitando le persone a rivalutare la routine quotidiana, che è fatta da sicurezze quotidiane – la casa, gli affetti, l’istruzione – che i rifugiati hanno perso nella fuga dai loro paesi. Essa vuole inoltre contribuire, attraverso un’azione di raccolta fondi, a restituire una normalità alle 20 milioni di donne e bambine rifugiate.
Sono oltre 7 milioni le donne rifugiate nel mondo. Quasi 1 milione di donne ha subìto violenza sessuale e abusi nei 5 paesi nei quali si sono consumate alcune fra le più gravi crisi umanitarie degli ultimi anni. 287 mila donne, 1 ogni 2 minuti, muoiono ogni anno nel cercare di dare alla luce il proprio figlio; fino ad oggi l’OMS stima che tra i 100 e i 140 milioni di donne abbiano subìto durante l’infanzia mutilazioni genitali femminili, che aumentano notevolmente il rischio di perdere la vita, soprattutto al momento del parto.
Fino al 5 dicembre si può sostenere l’UNCHR con un sms solidale al 45507. I fondi raccolti dall’UNHCR andranno a beneficio di 20 milioni di donne e bambine in 99 paesi e riguarderanno principalmente: la salute riproduttiva (infezioni legate al ciclo mestruale, alle mutilazioni dei genitali, al parto e alle sue possibili complicazioni, alla trasmissione dell’HIV); la sicurezza (violenza sessuale usata durante i conflitti come arma di guerra, rischio di rapimento e schiavitù, matrimonio/ gravidanza forzata, soprusi sul lavoro o nelle attività quotidiane); l’inclusione sociale (accesso all’istruzione, alla formazione tecnico-professionale, alla registrazione e alla documentazione al fine di evitare soprusi).