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Una famiglia Kirghiz di fronto alla loro yurta nella valle Tchonkymyn
© UN photo/F. Charton

I Meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti dei popoli indigeni

Autore: Chiara Madaro

La proposta di creare un Forum permanente per le questioni indigene (UNPFII) risale agli anni '80, ma è solo nel 1993 che a Vienna, in occasione della Conferenza mondiale sui diritti umani, inizia il percorso che porterà alla creazione di questo nuovo organo. La Dichiarazione di Vienna e il Programma d'azione stabilirono, infatti, che quel forum sarebbe stato istituito in occasione del Primo decennio delle Nazioni Unite per i popoli indigeni (1995-2004). E' nel giugno del 1995, dunque, che, a Copenhagen, si riapre il dibattito sull'opportunità di creare un Forum permanente in occasione di un workshop ad hoc. Ai lavori parteciparono rappresentanti indigeni, rappresentanti governativi ed esperti indipendenti per discutere gli scopi potenziali di un Forum permanente, a quale organismo delle Nazioni Unite avrebbe dovuto fare riferimento, quali le attività da promuovere, i membri che avrebbero dovuto farne parte, le implicazioni finanziarie, ecc. Il resoconto del workshop fu poi trasmesso alle diverse organizzazioni indigene, governative e non con l'invito ad esprimere il loro parere. Un secondo workshop ebbe quindi luogo a Santiago del Cile nel 1997, ponendo le basi per l'effettiva creazione del Forum, obiettivo principale del Primo decennio dei popoli indigeni.

Questo giro di consultazioni darà i suoi primi frutti solo il 28 luglio del 2000, quando il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) decide di affidare al Forum permanente delle Nazioni Unite (UNPFII) il mandato di discutere di questioni indigene in relazione ai temi dello sviluppo sociale, economico, della cultura, dell'ambiente, dell'educazione, della salute e dei diritti umani (Risoluzione 2000/22).

Il Forum, dunque, è un organo consultivo dell'ECOSOC, la cui prima sessione ha avuto luogo nel maggio del 2002. Si compone di 16 esperti indipendenti che vengono eletti ogni tre anni e possono essere riconfermati una seconda volta. Otto Membri sono nominati dai governi e otto direttamente dalle organizzazioni indigene nelle loro regioni d'appartenenza. I membri nominati dai governi sono eletti dall'ECOSOC sulla base dei 5 raggruppamenti regionali individuati dalle Nazioni Unite: Africa, Asia, Europa orientale, America latina e Caraibi, Europa occidentale e altri stati.

I membri nominati dalle organizzazioni indigene sono selezionati dal Presidente dell'ECOSOC e rappresentano le sette regioni socio-culturali stabilite dalle Nazioni Unite e dai popoli indigeni: Africa; Asia; America centrale e meridionale e Caraibi; Artico; Europa centrale e orientale, Federazione Russa, Asia centrale e Transcaucasia; Nordamerica e Pacifico.

L'UNPFII si riunisce a New York in una sessione annuale della durata di due settimane e ha il compito di:

  • fornire suggerimenti e raccomandazioni a programmi, fondi e agenzie delle Nazioni Unite sulle questioni indigene presso il Consiglio economico e sociale;
  • aumentare la consapevolezza e promuovere l'integrazione ed il coordinamento delle attività relative alle popolazioni indigene in seno alle Nazioni Unite;
  • preparare e diffondere informazioni riguardo alle questioni indigene.

In particolare, la settima Sessione, svoltasi presso la sede della Nazioni Unite di New York dal 21 aprile al 2 maggio 2008, ha focalizzato l'attenzione sul tema speciale dei cambiamenti climatici, della diversità bio-culturale e degli esseri viventi a fronte di un ruolo attivo dei popoli indigeni. Si tratta di una delle prime occasioni in cui vengono discussi, a livello globale, i pericoli e i danni che i cambiamenti climatici antropogenici provocano alle comunità indigene.

Il secondo organo è il Meccanismo di esperti sui diritti dei popoli indigeni, istituito nel 2007 dal Consiglio diritti umani. E' composto da 5 esperti indipendenti con il compito di:

  • condurre ricerche e studi sulle tematiche che riguardano i popoli indigeni;
  • sottoporre al Consiglio proposte sulle tematiche di loro competenza affinchè vengano da esso discusse ed approvate.

Il Meccanismo ha svolto la sua prima sessione dal 1 al 3 ottobre 2008 presso l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra. La seconda sessione ha invece avuto luogo dal 10 al 14 agosto 2009 e la terza il 25 giugno 2010. Le sessioni sono state occasione per rimarcare l'importanza dell'accesso all'educazione per i popoli indigeni. Solo attraverso di essa, infatti, i popoli indigeni possono ottenere quegli strumenti che li rendono consapevoli delle sfide che il sistema internazionale e la globalizzazione impongono alla difesa dei propri diritti.

Il terzo e ultimo organo è il  Relatore speciale sui diritti dei popoli indigeni, istituito dall'allora Commissione per i diritti umani (oggi Consiglio) con la risoluzione 15/14 del 2001, allo scopo di:

  • esaminare metodi e mezzi per superare gli ostacoli esistenti alla piena ed effettiva protezione dei diritti dei popoli indigeni;
  • raccogliere, chiedere, ricevere e scambiare informazioni e comunicazioni provenienti da fonti attendibili, inclusi i governi, i popoli indigeni e le loro organizzazioni e rappresentanze, riguardo a violazioni dei diritti dei popoli indigeni;
  • formulare raccomandazioni e proposte riguardo alle misure e alle attività maggiormente appropriate per prevenire e porre rimedio alle violazioni dei diritti dei popoli indigeni;
  • lavorare in stretta collaborazione con altre procedure speciali e organi sussidiari del Consiglio, in particolare con il Meccanismo di esperti sui diritti dei popoli indigeni e con altre organizzazioni regionali che agiscono in difesa dei diritti umani.

Al Relatore speciale è richiesto anche di elaborare una relazione annuale sul lavoro svolto e di lavorare in stretta collaborazione con l'UNPFII, partecipando alle sue sessioni annuali. Il mandato del Relatore speciale è stato poi rinnovato nel 2004 dalla Commissione sui diritti umani e nel 2007 dal Consiglio diritti umani.

Dal 2001 al 2008 il Dr. Rodolfo Stavenhagen, direttore del Movimento internazionale contro ogni forma di discriminazione e razzismo (IMADR), è stato nominato a ricoprire questo ruolo, mentre dal 2008 ad oggi il testimone è nelle mani del Prof. James Anaya, della Facoltà di giurisprudenza dell'Università dell'Arizona.

Tra i rapporti annuali del Relatore speciale, si segnala in particolare quello elaborato nel 2007 (A/HRC/4/32) relativo alla continua perdita delle terre ancestrali, all'impatto dei cambiamenti climatici, alla mancanza di norme o alla mancata implementazione di norme in grado di garantire i diritti di questi popoli, alla situazione dei popoli che vivono in stato di isolamento, ai diritti sulla proprietà intellettuale, nonché alle azioni future per la protezione dei diritti dei popoli indigeni.

Risorse

Aggiornato il

24/10/2011